In provincia di Como, un operaio riceve una retribuzione media annua di 18.255 euro, un impiegato di 26.294 euro e un apprendista di 12.322 euro. I dati si riferiscono al 2021, anno di riferimento più recente disponibile, e lo studio, che analizza la retribuzione media dei lavoratori delle province di Como e Lecco, è stato elaborato dalla Uil del Lario sugli Open Data Inps.
Per quanto riguarda il settore della ristorazione, il dato più rilevante è il numero molto basso di giornate lavorative procapite, 146. Questo settore economico si distingue quindi per la stagionalità del lavoro e una tendenza a stabilizzare i lavoratori con contratti di assunzione a tempo indeterminato molto minore rispetto a quella presente in altri settori. Stessa situazione si rileva per le strutture ricettive.
A fronte delle retribuzioni medie dei lavoratori, la Uil evidenzia come, secondo il rapporto pubblicato dall’Istat il 17 luglio 2023, nel mese di giugno l’indice dei prezzi al consumo registri un aumento del +6,4 su base annua. Nel secondo trimestre 2023, l’impatto dell’inflazione è più ampio sulle famiglie con minore capacità di spesa. E anche guardando al costo delle locazioni immobiliari, Como si conferma la provincia lombarda più cara dopo quella di Milano.
“Il salario minimo – commenta Dario Esposito della Uil del Lario – è uno strumento utile, tuttavia non deve considerarsi come sostitutivo al contratto collettivo nazionale in quanto in esso sono previste una pluralità di tutele e norme di natura non retributiva a favore del lavoratore. L’assistenza sanitaria e socio residenziale vedono retribuzioni minori alla media, che causano una minore attrattività. I temi da porre sui tavoli in cui si discute di rilancio dell’economia lariana – conclude Esposito – sono quelli del rinnovo dei contratti, della stabilità di impiego e della possibilità di crescita professionale. Temi non più rinviabili”.