Ristoranti, bar, centri benessere. Dall’inizio di giugno a metà luglio, la guardia di finanza di Como ha scoperto 45 lavoratori in nero, una media di uno al giorno. Italiani e stranieri provenienti da oltre dieci Paesi diversi che erano impiegati senza avere alcun contratto. Temporaneamente sospese dall’ispettorato del lavoro 19 delle attività commerciali controllate dalle fiamme gialle.
Le verifiche per contrastare il lavoro irregolare interessano l’intero territorio provinciale. I finanzieri del gruppo Como hanno effettuato controlli nel capoluogo lariano e a San Fermo della Battaglia, Brunate, Casnate con Bernate, Cassina Rizzardi e Bregnano. Ispezioni in bar, ristoranti e centri benessere. Accertata la presenza di 23 lavoratori in nero, 12 italiani, 6 turchi e gli altri originari di Bangladesh, Cina e Cuba.
Le fiamme gialle di Como e Olgiate Comasco hanno concentrato l’attenzione su Locate Varesino, Rovellasca, Uggiate Trevano, Solbiate con Cagno, Turate, Beregazzo con Figliaro e Villa Guardia. Scoperti complessivamente, 19 lavoratori in nero, 12 italiani e gli altri originari di Argentina, Tunisia, Nigeria, Senegal, Cina, Brasile e Gambia.
Le fiamme gialle della compagnia di Erba hanno accertato la presenza di altri 3 lavoratori in nero, due italiani e un rumeno, tra Cantù, Longone al Segrino, Capiago Intimiano e Cabiate. Scoperti anche 5 italiani impiegati in modo irregolare in due attività di ristorazione.
Per 19 dei 20 esercizi commerciali controllati è stato richiesto all’Ispettorato Territoriale del Lavoro di Como un provvedimento di sospensione dell’attività. Al momento dei controlli infatti, oltre il 10% dei lavoratori presenti era irregolare. I gestori dei locali sono tenuti a regolarizzare il personale e pagare le contravvenzioni per poter riaprire le attività.
Il contrasto al lavoro irregolare tutela le imprese che operano in modo regolare e i lavoratori che, operando in nero, non hanno alcuna tutela.