Importanti ritrovamenti archeologici a Bellinzona, nella località Carasso-Lusanico, nella zona in cui è prevista la realizzazione di un complesso architettonico destinato a spazi abitativi e centro di servizi. L’interesse archeologico del luogo è noto da oltre mezzo secolo, con la scoperta nel 1968, in occasione della costruzione della Casa patriziale, di importanti resti strutturali ricollegabili all’età del Bronzo e all’alto Medioevo. L’intensa attività edilizia che ha interessato il quartiere ha confermato la persistenza in quasi tutta la zona delle tracce di attività insediativa delle due epoche, cui si aggiunge anche una serie di sepolture medievali.
Gli ultimi scavi hanno portato in luce resti di villaggi attribuibili a almeno due fasi dell’età del Bronzo, cui si aggiungono materiali archeologici che testimoniano di un’occupazione tardoromana-altomedievale.
I primi sono rappresentati da resti di acciottolati che costituivano i suoli negli edifici e probabili viottoli tra le capanne. Fosse ricolme di carboni sono quanto rimane di strutture per la cottura in fossa degli alimenti. Fra gli elementi più significativi, un fondo di capanna con il resto di una parete rivestita d’argilla e un poderoso muraglione realizzato a secco con massicci blocchi di pietra.
Gli strati e le strutture hanno restituito un altissimo numero di reperti archeologici, soprattutto di resti di vasellame caratteristici per l’epoca: ampi vasi in ceramica grezza destinate alla cottura e conservazione degli alimenti, ma anche piccole olle e coppe più delicate, realizzate con maggiore cura. Più rari per contro i manufatti di pietra (lamelle e schegge di selce, coti) e quasi assenti gli oggetti bronzei.
La conclusione dell’indagine archeologica è fissata per l’autunno di quest’anno.