Fino a 230mila ore di straordinari in un mese, pari all’attività che avrebbero potuto svolgere ulteriori 1.332 vigilantes a tempo pieno. Dipendenti che effettuavano fino a 20 ore di servizio in un giorno. Numeri che emergono dalle indagini della guardia di finanza di Como sfociate nel provvedimento di controllo giudiziario per una cooperativa con sede a Como.
I casi limite
L’ipotesi dell’accusa è di sfruttamento del lavoro per la società, leader nel mercato della sicurezza e della vigilanza privata. La paga oraria, secondo quanto accertato dai finanzieri del nucleo di polizia economico Finanziaria, si attestava a 5,37 euro lordi, pari a una retribuzione mensile di circa 930 euro lordi, 650 euro netti. Quasi obbligatorio, “per raggiungere uno stipendio che potesse garantire il livello minimo di sopravvivenza”, accettare servizi straordinari.
Una quantità abnorme, secondo l’accusa. I casi limite indicati dalla finanza parlano di dipendenti che, nel mese di settembre 2017, hanno lavorato fino a 369 ore complessivamente. “Nei casi estremi, molto numerosi – emerge dall’indagine – i lavoratori svolgono attività per 12-14 ore al giorno, arrivando a lavorare addirittura 20 ore”
Gli straordinari
Nel solo anno 2021, in base a quanto ricostruito dalle fiamme gialle, le ore di straordinario denunciate sono state 2 milioni e 247mila. Tradotto, avrebbero potuto assumere ulteriori 12.990 lavoratori a tempo pieno. Il personale, per l’accusa avrebbe subito anche minacce e intimidazioni, per lo più legate alla perdita del posto di lavoro o all’assegnazione a postazioni molto lontane dal luogo di residenza.
Il Tribunale di Milano, vista la gravità, le situazioni accertate, e le imponenti dimensioni dell’azienda in termini di fatturato e lavoratori impiegati, ha ritenuto necessaria la nomina di un amministratore giudiziario. Figura che affiancherà l’imprenditore indagato per il reato di caporalato nella gestione dell’azienda e controllerà il rispetto delle norme e delle condizioni e procederà alla regolarizzazione dei lavoratori.
La Uil
“L’obiettivo di tutti dovrebbe essere quello della buona occupazione – commenta dopo la notizia dell’indagine Dario Esposito, Uil del Lario – In un mercato del lavoro come quello lariano in cui si lamenta una carenza di manodopera diventa non solo auspicabile ma necessario per la tenuta e sopravvivenza dell’intero sistema economico. Non possiamo né vogliamo cedere neppure un centimetro sul sentiero che conduce ad una maggiore dignità dei lavoratori”.