(ANSA) – ROMA, 17 GIU – Gestisce 38 plessi scolastici sparsi in undici comuni distanti fino a quasi 40 chilometri l’uno dall’altro: l’impresa impossibile è quella che ogni giorno affronta un dirigente scolastico di Avellino, Franco Di Cecilia, ex sindaco di Sturno, paese di 2700 abitanti in provincia di Avellino, che in questi giorni ha inviato un appello: ridurre il parametro dei 900 alunni imposti con il dimensionamento previsto dal governo, perché peggiorerebbe la situazione, mentre servirebbero deroghe per i territori montani. Il preside non si limita a lanciare appelli: ha già detto, intervistato da Il Mattino, che ritiene opportuno che venga avviata una vertenza da parte della Provincia di Avellino nei confronti della Regione e del Parlamento italiano chiedendo anche che "non prevalgano logiche politiche o di centralità geografica". Per i sindacati Anief e Udir questa situazione "è la dimostrazione di come l’indirizzo che sta dando il governo sull’organizzazione scolastica generale sia tutto da rivedere"; secondo il presidente del giovane sindacato Marcello Pacifico, "il dirigente irpino ha ragioni da vendere, perché se si attua la nuova norma sulla formazione delle scuole associata ai quasi mille alunni iscritti, previsti dal nuovo dimensionamento, possiamo dire con certezza che il numero di plessi e istituti fusi uno dentro l’altro non potrà che aumentare. Anche se sparirà la parola ‘reggenza’, il caso limite delle 38 sedi facenti capo al preside di Avellino non sarà più isolato ma andrà a moltiplicarsi, anziché estinguersi. Se poi l’autonomia differenziata delle Regioni a statuto ordinario, ai sensi dell’articolo 116 della Costituzione, dovesse diventare legge si andrà incontro ad un sicuro patatrac". (ANSA).