Emergenza sicurezza, tuffi vietati e violazione delle regole. Dopo Como, anche sul Lago Ceresio si vive il problema del mancato rispetto dei divieti in termine di balneazione. Ieri, proprio nel giorno in cui è arrivata la notizia della morte di un 22enne di Turate recuperato a 18 metri di profondità a Porto Ceresio dopo un tuffo con gli amici, si è svolto il primo vertice sulla sicurezza del Lago di Lugano. A bordo di una motonave partita da Campione d’Italia si sono riuniti prefetti, vertici delle forze dell’ordine, Autorità di Bacino e amministratori delle province di Como e Varese. Obiettivo, valutare il servizio di vigilanza e proporre, in modo congiunto, le iniziative.
Secondo i dati riportati, i turisti e i fruitori del Lago Ceresio in questi mesi hanno già fatto registrare un flusso che supera del 30% i valori dello scorso anno.
Durante il tavolo è emerso come si stia registrando un gran numero di giovani che non rispettano regole e divieti posti dal Comune di Porto Ceresio in termini di balneazione.Tanti di loro proverrebbero anche dal sud della provincia attraverso la rete ferroviaria. Sempre più spesso, dunque, si assisterebbe alla violazione delle regole con tuffi dalle darsene private, dalle passeggiate e dai pontili pubblici. Un elemento di criticità e forte preoccupazione, alla luce anche dei tragici incidenti che si registrano, in ultimo quello accaduto mercoledì.
In questi mesi sono stati effettuati dalle vedette della guardia di finanza e dall’Autorità di Bacino Lacuale diversi interventi, risultati però poco incisivi.
“Un intervento di terra da parte delle forze dell’ordine costituirebbe un’azione più forte e in parte risolutiva – hanno spiegato al termine del vertice – È stato valutato l’inserimento del Reparto Operativo Aeronavale della guardia di finanza nella linea di allarme quale unica forza di polizia presente sul Ceresio. Oltre alla possibilità di prevedere una convenzione con i vigili del fuoco e l’Autorità di Bacino Lacuale del Ceresio”.