Inflazione in calo ma resta la stangata per le famiglie. L’Istat ha reso noti i dati territoriali dell’inflazione di maggio, in base ai quali l’Unione Nazionale Consumatori ha stilato la classifica completa di tutte le città più care d’Italia, in termini di aumento del costo della vita. In testa alla graduatoria, Milano dove l’inflazione tendenziale pari a +7,9%, pur essendo appena sopra la media nazionale pari al 7,6%, si traduce nella maggior spesa aggiuntiva annua, equivalente a 2145 euro per una famiglia media.
A Como – al 25esimo posto – il rincaro per una famiglia media è di 1793 euro. Cifra che sale a 2154 euro per una famiglia composta da tre persone e a 2585 euro per un nucleo formato da quattro persone. Oltre 200 euro al mese
A maggio a pesare, e non poco, sono i servizi ospedalieri con una crescita a doppia cifra. Il capoluogo lariano registra l’aumento maggiore a livello regionale, +14,6%. Superiore alla media lombarda, +2,5% e nazionale +0,8%. Stesso scenario per la scuola dell’infanzia e l’istruzione primaria (+11,7%). Addirittura +16,1% per i servizi di alloggio. Dato quest’ultimo che in una città con una forte espansione turistica difficilmente tenderà al ribasso.
Nella lista dei rincari figurano anche energia, trasporti, e soprattutto generi alimentari e bevande. Nell’ultimo caso Como registra ancora una volta una crescita a doppia cifra, 11,3%. Al netto della quantificazione puntuale, chiunque semplicemente riempiendo il carrello della spesa, se ne è reso conto e, come può tenta di risparmiare. Ad aumentare anche la pasta, alimento presente su ogni tavola. Sono i prodotti definiti, “ad alta frequenza di acquisto” infatti a correre più degli altri.