(ANSA) – GINEVRA, 16 GIU – Il dovere di soccorrere le persone in pericolo in mare è una norma fondamentale "indipendentemente" dalla loro nazionalità, status o dalle circostanze in cui si trovano, anche su navi non idonee alla navigazione, e indipendentemente dalle intenzioni di coloro che si trovano a bordo". Lo hanno ribadito oggi con forza le Nazioni Unite reagendo al tragico naufragio di migranti al largo della Grecia, "il peggiore da diversi anni" In un comunicato congiunto, pubblicato oggi a Ginevra, l’Organizzazione internazionale per le migrazioni (Oim) e l’Unhcr, l’Agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati, chiedono un’azione urgente e decisa per prevenire ulteriori morti in mare. Per le due agenzie umanitarie, infatti, "la ricerca e il soccorso in mare sono un imperativo legale e umanitario" e il "dovere di soccorrere senza ritardi le persone in pericolo in mare è una norma fondamentale del diritto marittimo internazionale. Sia i comandanti delle navi che gli Stati hanno l’obbligo di prestare assistenza". L’Oim e l’Unhcr accolgono quindi con favore le indagini che sono state ordinate in Grecia per condurre e accertare le circostanze che hanno portato al capovolgimento della barca e alla perdita di così tante vite. "È chiaro che l’attuale approccio al Mediterraneo è impraticabile. Anno dopo anno, continua ad essere la rotta migratoria più pericolosa al mondo, con il più alto tasso di mortalità", ha precisato Federico Soda, direttore del Dipartimento emergenze dell’Oim. (ANSA).