(ANSA) – MILANO, 04 GIU – Elisabetta Condò, la professoressa di italiano e storia accoltellata in classe da un suo alunno di sedici anni all’istituto Alessandrini di Abbiategrasso spera che "venga curato nel modo migliore e che non resti in carcere". "Gli auguro il meglio – dice intervistata da Repubblica -Spero che riesca a recuperare la serenità". Un rammarico è invece di non aver ricevuto delle scuse dalla famiglia dell’adolescente. "Mi è dispiaciuto molto non aver avuto dalla famiglia nessun tipo di contatto o comunicazione, magari tramite l’avvocato. Non me l’aspettavo dal ragazzo, che è sicuramente sotto choc, ma almeno dai genitori mi sarei attesa un’espressione di vicinanza o dispiacere. Nessuna parola". "Comunque – assicura – non porto nessun rancore. Voglio che il mio studente recuperi equilibrio e normalità". Dell’aggressione in classe lunedì scorso dice di non ricordare quasi nulla. Era di spalle e quando ha sentito il primo fendente al collo ha pensato che fosse caduto qualcosa dal soffitto, il lampadario. A quel punto si è girata ed è stata ferita al braccio. Una ferita profonda che ha reciso i tendini e per cui è stata sottoposta a una operazione di sei ore. Il 2 giugno è stata dimessa con il gesso al braccio che dovrà tenere almeno un mese prima di una lunga riabilitazione. E ancora non si spiega il motivo dell’aggressione. "Non ho una spiegazione. Il ragazzo non aveva una situazione critica, non rischiava l’anno. Le note – aggiunge – erano di febbraio per compiti che non aveva fatto". La coordinatrice lo aveva avvisato "che rischiava il cinque in condotta per le interruzioni delle lezioni, tra l’altro non le mie, ma nulla lasciava presagire una cosa del genere". Per i prossimi giorni Elisabetta Condò ha organizzato un collegamento su Meet con le sue classi. Riabilitazione permettendo tornerà al lavoro a settembre. "Ho avuto la disponibilità dello psicologo della scuola che sta seguendo già gli studenti. Mi farò aiutare, voglio rientrare con la massima serenità – conclude – Non pensavo di vivere una cosa del genere nella mia vita". (ANSA).