(ANSA) – ROMA, 22 MAG – "La siccità che per 17 mesi consecutivi ha colpito l’Italia, segnando il record degli ultimi 220 anni, è un problema che, anche considerate le precipitazioni degli ultimi giorni, resta per il Nord Italia, eccezion fatta ovviamente per la Romagna che deve fare i conti con la disastrosa alluvione". Lo afferma il climatologo Luca Mercalli, presidente della Società meteorologica italiana (Smi). "Ancora oggi – sottolinea – il settentrione presenta un deficit idrico. Nelle aree di Alessandria, Pavia e Piacenza, aree agricole di ampia produttività che negli ultimi giorni hanno registrato precipitazioni insufficienti, il deficit di piogge è ad esempio ancora tra il 30 ed il 40% rispetto alla media. Anche in questa sequenza di alluvioni hanno infatti ricevuto il ‘minimo sindacale’ di pioggia". Secondo Mercalli, si può dire in generale che la siccità è finita "dal punto di vista acuto, ma ancora no da quello cronico perchè le falde ci mettono del tempo a ricaricarsi. Prima che l’acqua piovuta arrivi a 100 metri di profondità servono, infatti, mesi di tempo. In questi 17 mesi di siccità abbiamo aspirato acqua dalle falde in modo massiccio per far arrivare l’acqua alle colture. C’è un sistema idrologico che deve rimettersi in equilibrio con la pioggia, se ne arriverà altra nei prossimi mesi". Anche il fatto che il Po abbia raggiunto i livelli di guardia a Torino, rileva ancora Mercalli, "non deve far dimenticare il problema della siccità perchè grandi afflussi di acqua in poco tempo nel fiume non fanno in tempo ad arrivare in profondità e la maggior parte finisce in mare". Quello che è certo, osserva il presidente della Smi, "è che una siccità di 17 mesi, in cui è mancata la neve sulle Alpi la cui fusione fa penetrare l’acqua in profondità in modo lento e continuo, non si risolve in due giorni. I dati pluviometrici di Torino ci dicono che è stato il periodo più siccitoso dal 1803: fino a ieri non abbiamo mai avuto una siccità così importante". (ANSA).