Il 18 maggio 2023 qualcuno la ricorderà come una data importante per il patrimonio culturale comasco. Il cosiddetto “caramellone” di piazza San Rocco, opera dell’architetto Ico Parisi, parte di una serie di arredi urbani realizzati negli anni ‘90 e poi abbandonati all’usura del tempo, è stato infatti restituito alla cittadinanza.
Nella mattina, la presentazione della nuova veste dell’opera: da ammasso di ruggine, a originale bellezza. Il progetto di restauro è nato dalla collaborazione tra Comune di Como, Fondazione Alessandro Volta, Accademia Aldo Galli-IED Network e dal coinvolgimento della curatrice responsabile dell’archivio Design Ico Parisi, Roberta Lietti. Dal 2022, proprio Fondazione Volta, aveva espresso la volontà di farsi carico del restauro (costato 10mila euro) per ridare al “segnale urbano” (questo il nome originale) il ruolo per cui era stato pensato e cioè oggetto di promozione del territorio.
Per questo motivo, oggi sulla superficie si legge la scritta: “Como Città Creativa Unesco”. “Un modo” spiega Luca Levrini, presidente di Fondazione Volta “per comunicare a tutti l’importante appartenenza di Como a un progetto internazionale di miglioramento della collettività e del mandato operativo ricevuto proprio dall’Unesco”. Secondo l’assessore alla cultura Enrico Colombo, sarà ancora di più: “Un elemento architettonico che, nella sua posizione unica, darà il benvenuto a chiunque arriverà a Como”. Particolarmente soddisfatta del ripristino dell’opera anche la direttrice dell’Accademia Galli, Nicoletta Castellaneta che ha mostrato con soddisfazione il lavoro degli studenti ed ex studenti del corso di restauro. Ma per rendere onore a Parisi manca ancora qualcosa. I “caramelloni” di Como erano in tutto quattro e si trovavano in vari luoghi della città. Due sono andati persi, mentre l’ultimo e unico che rimane da restaurare si trova ancora abbandonato nei pressi dello stadio Sinigaglia. Sul suo futuro però ci sono ancora molti dubbi. “Sono in corso le trattative con gli attori che potremmo coinvolgere, pensiamo per esempio a tutti gli enti sportivi. Con loro stiamo dialogando nella speranza che presto si possa fare la stessa cosa”.