Il 23° Battaglione Fanteria “Como” è tornato, ieri, per un giorno, nella caserma, nella città della quale porta il nome.
A 27 anni dallo scioglimento, in centinaia si sono ritrovati, da tutta Italia, alla “De Cristoforis”. Con i radunisti anche i familiari e le stesse autorità.
Dopo il benvenuto è entrata nel piazzale, a passo di corsa, la fanfara dell’Associazione Nazionale Bersaglieri di Como.
Tra i momenti più emozionanti l’Alzabandiera, la deposizione della corona ai Caduti e la lettura delle preghiere militari.
Le autorità presenti
Accanto al sindaco Alessandro Rapinese, al prefetto Andrea Polichetti e all’assessore regionale Alessandro Fermi – delegato dal presidente Attilio Fontana – le autorità, civili e militari, del territorio. In prima fila anche Alessio Butti, sottosegretario alla presidenza del consiglio dei ministri. Durante il suo intervento, ha ricordato di essere stato una cravatta azzurra del 23°.
Per il generale Alfonso Miro, comandante militare della Lombardia, è intervenuto il colonnello Graziani, già in servizio al battaglione.
I gonfaloni della Regione Lombardia, del Comune di Como e di quello di Santa Lucia di Piave – dove, nel 1918, si svolse la battaglia per la quale la Bandiera dell’unità è decorata al valor militare – hanno onorato l’evento, insieme alle associazioni d’arma lariane ed al medagliere dell’Associazione del Fante, scortato dal presidente nazionale Stucchi.
Al termine, il capitano Mauro Ferrara, giunto da Napoli e che, giovane sottotenente, fu al 23° negli anni settanta del secolo scorso, dal leggio ha pronunciato il nome del battaglione, al quale, tutti hanno risposto, ad una sola voce: “Como!”.