Nelle scorse ore, proprio nella giornata dedicata ai lavoratori, il consiglio dei ministri ha approvato il decreto contenente misure urgenti per l’inclusione sociale e l’accesso al mondo del lavoro.
Tra le misure annunciate ieri dalla premier Giorgia Meloni, un ulteriore taglio del cuneo fiscale di 4 punti percentuali che si tradurrà in 100 euro lordi in più in busta paga per i redditi più bassi, l’innalzamento del tetto di esenzione per i fringe benefit, un intervento sui contratti a termine con meno vincoli sulle causali e il superamento del Reddito di cittadinanza con l’arrivo dell’assegno di inclusione. “Chi può lavorare – ha spiegato la premier – viene inserito in un percorso di formazione al lavoro, con un rimborso spese nel periodo in cui si forma e con incentivi importanti per chi lo dovesse assumere”.
Il commento dei rappresentanti sindacati comaschi
Misure giudicate insufficienti dai rappresentanti sindacali del territorio.
“Questo primo taglio è un segnale importante, che serviva – dichiara Giuseppe D’Aquaro, segretario generale della Fisascat cisl di Como e Varese – e che sarà necessario però rendere strutturale, perché gli interventi spot possono dare boccate d’ossigeno ma non risolvono i problemi che stiamo a gran voce segnalando. Ci sarà da rilanciare ancor di più la contrattazione, – prosegue D’Aquaro – perché soprattutto per quanto riguarda le modifiche sui tempi determinati, solo una contrattazione tra le parti, tra sindacati e datori di lavoro, può andare a regolamentare meglio quello che è un mondo che non può essere gestito esclusivamente da legge”.
“Siamo preoccupati dalla deriva del precariato – interviene Massimo Coppia, segretario generale della Uil Funzione Pubblica Lario e Brianza – Come sindacato stiamo chiedendo che venga attuata una normativa come in Spagna, dove tutti i contratti ex novo sono a tempo indeterminato. Per quanto riguarda il taglio del cuneo, aspettiamo di vedere le buste paga, ma noi avevamo chiesto almeno il doppio. Infine il reddito di cittadinanza avrebbe dovuto essere rivisto ma non tagliato. Abbiamo ultra 50enni fuori dal mondo del lavoro. Dare un colpo di spugna significa non pensare alle persone in forte difficoltà”.
“Penso siano misure decisamente insufficienti e temporanee, che non vanno a risolvere il problema strutturale della fiscalità italiana – dice Sandro Estelli, segretario della Cigl di Como – Inoltre si aggrava la precarietà. La nuova normativa dà incertezza e indebolisce il mercato del lavoro. Per quanto riguarda il Reddito di cittadinanza, i corsi non risolvono il problema della mancanza di lavoro. Bisogna creare posti di lavoro di qualità, con contratti a tempo indeterminato e retribuiti dignitosamente”.