Anni di violenze fisiche e verbali, minacce, sputi e controlli ossessivi, che sono proseguiti anche dopo la nascita del figlio con una progressiva intensificazione. Comportamenti ripetuti a partire dal 2016, subito dopo l’inizio della loro relazione, e che sono sfociati in un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal giudice delle indagini preliminari del tribunale di Como, su richiesta della procura, nei confronti di un 48enne italiano residente nella Brianza comasca. L’accusa è di maltrattamenti in famiglia commessi nei confronti della compagna. Ad eseguire l’ordinanza nella giornata del 24 aprile i carabinieri della Tenenza di Mariano Comense, compagnia di Cantù.
Gli episodi di violenza sono iniziati nel 2016
In base a quanto ricostruito gli episodi di violenza sono iniziati 7 anni fa. Ad innescare le frequenti liti la gelosia, spesso associata all’abuso di alcol. Nemmeno la nascita del figlio ha frenato i comportamenti aggressivi. Alla continua denigrazione si affiancavano percosse, lesioni, minacce. E poi anche controlli ossessivi e la totale sottomissione. Secondo quanto è emerso alla donna veniva impedito di avere un’indipendenza economica, di frequentare le amiche, di utilizzare liberamente il cellulare. Ma anche di vestirsi in modo diverso rispetto a quanto lui le aveva imposto. L’alcol poi faceva il resto. Dopo anni di sopportazione, di ansia e paura, la donna ha deciso di rivolgersi ai carabinieri della Tenenza di Mariano ricostruendo il lungo periodo di sofferenza, fino all’ultimo episodio. Quello che le ha fatto trovare la forza di uscire allo scoperto. L’ennesima lite, davanti al figlio piccolo, in cui l’uomo l’avrebbe spinta facendole sbattere violentemente la schiena e l’avrebbe minacciata puntandole una pistola alla testa. Proprio la presenza di armi e il timore di conseguenze irreparabili ha fatto prendere coraggio alla vittima.
Troppo gravi i comportamenti descritti, i militari sono riusciti a intervenire e ritirare subito le armi. La donna e il figlio sono stati trasferiti in una comunità protetta. Dopo aver ricevuto il provvedimento restrittivo i carabinieri, diretti dal capitano Michele Gerolin, hanno rintracciato l’uomo, lo hanno arrestato e portato nel carcere di Como.