(ANSA) – TOKYO, 13 APR – Uova sempre più care in Giappone – che costringono quasi il 30% degli operatori della ristorazione a restringere l’offerta sui propri menu. La diffusione dell’influenza aviaria nell’intero arcipelago, infatti, che ha provocato l’abbattimento di quasi 17 milioni di uccelli, ha impattato duramente sia sui ristoratori che sulle famiglie, già alle prese con il rialzo dell’inflazione, e secondo gli analisti le attuali criticità potrebbero protrarsi per altri 12 mesi. Un’indagine della Teikoku Databank rivela che dall’inizio dell’anno 28 dei 100 maggiori gruppi del comparto quotati alla Borsa di Tokyo hanno eliminato dal proprio menu piatti a base di uova, o intendono farlo nel breve termine. Se all’inizio le pietanze interessate dall’insufficienza dell’ingrediente base riguardavano condimenti come la salsa tartara o il tagotoji, (piatti cotti a fuoco lento a cui vengono aggiunte al termine uova sbattute), adesso la gamma di articoli interessati include i pancake e il chawanmushi (un budino simile alla crema pasticciera a base di latte e uova generalmente cotto a vapore). L’attuale epidemia di influenza aviaria, caratterizzata da una forma altamente patogenica, si è originata attraverso fenomeni migratori di volatili provenienti dalla Siberia, diffondendosi a un ritmo mai visto prima dall’inizio di ottobre in oltre la metà delle 47 prefetture del Paese. In base ai dati della cooperativa nazionale JA.Z-Tamago, a inizio aprile il prezzo all’ingrosso per un chilogrammo di uova di medie dimensioni a Tokyo era di 350 yen (2,40 euro), il più alto dal 1993, e il 65% in più rispetto a un anno fa. (ANSA).