(ANSA) – BRUXELLES, 01 APR – A quasi venticinque anni dalla fine del conflitto in Kosovo, si apre lunedì all’Aja il processo che vede sul banco degli imputati l’ex comandante dell’Esercito di Liberazione del Kosovo (Uck), Hashim Thaci, accusato di crimini di guerra e contro l’umanità, tra cui uccisione, sparizione forzata di persone, persecuzione e tortura. I crimini riguardano centinaia di civili tra albanesi kosovari, serbi, rom e altre etnie, inclusi gli oppositori politici. Assieme all’ex capo di Stato, sono imputati anche altri guerriglieri dell’Uck, come Kadri Veseli, Rexhep Selimi e Jakup Krasniqi. Thaci era divenuto negli anni uno dei più importanti leader politici del ‘Newborn’, il neonato Stato del Kosovo. Era stato il Gjarpëri (Serpente), suo nome di battaglia, a leggere la dichiarazione di indipendenza dalla Serbia il 17 febbraio 2008, divenendone uno dei simboli. A novembre del 2020 l’epilogo con le dimissioni dalla presidenza kosovara, seguite al mandato d’arresto spiccato dalla Corte speciale del Kosovo. Un tribunale ‘ibrido’ istituito nel 2015 con una legge del Parlamento kosovaro, ma composto da giudici internazionali per perseguire i presunti crimini commessi dall’Uck durante e dopo il conflitto. La Corte è il risultato delle indagini svolte da una task force dell’Ue sulla base di un rapporto redatto dal senatore svizzero, Dick Marty, su mandato del Consiglio d’Europa in cui venivano denunciate le attività criminali condotte in particolare dal gruppo della Drenica, una delle cellule dell’Uck legate a Thaci. Tra le attività criminali denunciate, anche il traffico di organi al cui riguardo tuttavia la task force ha affermato di non avere prove sufficienti. (ANSA).