(ANSA) – WASHINGTON, 25 MAR – "Grossa folla in Texas, a più tardi!": lo scrive sul suo social Truth Donald Trump a poche ore dal primo comizio importante della sua campagna presidenziale a Waco, Texas, dove sono attese circa 15 mila persone. La scelta di tempo e luogo ha suscitato critiche e timori: in questi giorni infatti ricorre il 30esimo anniversario dell’assedio di Waco, la controversa operazione dell’Fbi per espugnare il ranch della setta religiosa dei davidiani, sospettata tra l’altro di avere un arsenale illegale, oltre che di abuso di alcool e droga e pedofilia. L’assedio, deciso dopo un conflitto a fuoco durante un tentativo di perquisizione, durò 50 giorni e si concluse il 19 aprile 1993 con l’incendio del ranch, in cui persero la vita 86 persone, fra cui 24 cittadini del Regno Unito, più di 20 bambini, due donne in gravidanza, quattro agenti e il leader della setta David Koresh. Seguirono forti polemiche per le modalità usate nell’attacco, nel quale furono impiegati anche tank e unità della Delta Force, l’unità antiterrorismo americana. Molti estremisti di destra vedono il raid come un esempio degli abusi da parte del governo. Media e opinionisti ritengono che si tratti di una scelta fortemente simbolica di Trump, per mobilitare la parte più radicale della sua base e suggerire un accostamento con la sua situazione di "perseguitato" dall’Fbi e dalla giustizia, alla vigilia della decisione del gran giurì sul caso della pornostar Stormy Daniels, una delle varie inchieste che lo minacciano. La campagna del tycoon ha replicato che il luogo è stato scelto solo perché offre l’infrastruttura per ospitare un grande evento ed è facilmente raggiungibile da più città dell’area. Ma i timori restano, soprattutto dopo che venerdì l’ex presidente ha ammonito contro le conseguenze della sua incriminazione, prevedendo "morte e distruzione potenziali" che "potrebbero essere catastrofiche per il nostro Paese". (ANSA).