(ANSA) – ROMA, 07 MAR – ”Quella dell’appartamento di Montecarlo è stata la vicenda più dolorosa per me, sono stato ingannato da Giancarlo Tulliani e dalla sorella Elisabetta. Loro insistettero perché mettessi in vendita l’immobile. Giancarlo mi disse che una società era interessata ad acquistarlo ma non sapevo che della società facevano parte lui e la sorella: la sua slealtà e la volontà di ingannare e raggirare credo si sia dimostrata in tutta una serie di occasioni". E’ quanto affermato in aula dall’ex presidente della Camera, Gianfranco Fini, sentito nel processo a Roma che lo vede imputato per riciclaggio, tra gli altri, assieme a a Elisabetta Tulliana, al fratello e al padre Sergio Tulliani. Si tratta del procedimento nato intorno anche alla vicenda della vendita di un appartamento nel Principato di Monaco del 2008. Tra le persona finite a processo anche l’ex parlamentare di Forza Italia Amedeo Laboccetta. Fini, davanti ai giudici della quarta sezione collegiale, ha aggiunto che "solo nel dicembre 2010 ha scoperto che il proprietario della casa era Tulliani e ho interrotto i rapporti con lui. Anche il comportamento di Elisabetta mi ha ferito: ho scoperto solo dagli atti del processo che lei era comproprietaria dell’appartamento e poi appresi anche che il fratello le bonificò una parte di quanto ricavato dalla vendita. Tutti fatti che prima non conoscevo”. L’ex esponente dell’allora Pdl ha poi affermato: ”sono stato coinvolto in questo processo in seguito a decine di dichiarazioni false fatte da Labocetta per un astio politico, nei miei confronti, che era ben noto. Il 2010 era l’anno del mio scontro con Silvio Berlusconi, il clima era diventato incandescente e agli occhi di molti ero un bersaglio da colpire”. (ANSA).