Accusato di aver diffamato Pietro e Giuseppe Castagna, è stato condannato in primo grado a 2 anni e 6 mesi Azouz Marzouk. Il tunisino, 42 anni, marito, papà e genero di tre delle quattro vittime della strage di Erba dell’11 dicembre 2006, in un’intervista su una testata online, nel 2019, aveva puntato il dito contro i fratelli della moglie Raffaella, lasciando intendere che potessero essere gli autori degli omicidi. Per la strage sono stati condannati in via definitiva all’ergastolo Olindo Romano e Rosa Bazzi.
Ieri l’udienza in tribunale a Como, davanti al giudice Veronica Dal Pozzo. Marzouk, nonostante fosse stato chiesto il suo esame, non era presente in aula. E’ stata rappresentato dal legale Luca D’Auria. Sono intervenuti all’udienza invece Pietro e Giuseppe Castagna, assistiti dal legale Daniela Spandri, dello studio Campa. La sentenza è stata di condanna a 2 anni e 6 mesi, oltre al risarcimento, 35mila euro ciascuno, per i fratelli Castagna. Al momento, la difesa del tunisino non ha presentato istanze. Potrebbe essere chiesta la sostituzione della pena con lavori socialmente utili.
“Pietro Castagna è intervenuto in aula per ribadire un concetto molto chiaro – spiega Daniela Spandri – Ci sono tesi innocentiste, non sono condivisibili ma sono comunque legittime. Quello che è inaccettabile è spingersi a insinuare una responsabilità di altri, a partire da persone che sono vittime della strage”.
Giuseppe e Pietro Castagna hanno perso la sorella Raffaella, il nipotino Youssef Marzouk, che aveva solo 2 anni, la mamma Paola Galli. Con i loro familiari è stata uccisa anche la vicina di casa Valeria Cherubini. Ferito gravemente il marito di quest’ultima Mario Frigerio.
Gli innocentisti si sono spinti in più occasioni a diffamare la famiglia Castagna. In Tribunale a Como si è già concluso un processo a carico di 13 “odiatori social”, che si chiuso con dieci patteggiamenti, due condotte riparatorie e una condanna per diffamazione.