In una popolare canzone (“Una giornata uggiosa”) la definì “Brianza velenosa”, ma di fatto è stato il suo rifugio, la sua protezione quando ha scelto di difendere strenuamente la sua privacy. Lucio Battisti oggi avrebbe compiuto 80 anni. Il grande artista era infatti nato a Poggio Bustone, in provincia di Rieti, il 5 marzo del 1943. La sua scomparsa a Milano a 55 anni, il 9 settembre del 1988.
L’espressione “Brianza velenosa” è stata spiegata dal paroliere e amico Giulio Rapetti Mogol nel 2016 a Carugo, quando il comune gli diede la cittadinanza onoraria. A Carugo, infatti, Mogol era sfollato durante la Seconda guerra mondiale. “Il riferimento era all’incidente all’Icmesa di Seveso e all’inquinamento del territorio” aveva specificato. “Non si trattava di una polemica o tantomeno di una critica al territorio e alla persona che ci hanno accolto. Qui ci siamo trovati benissimo”.
In Brianza Battisti aveva scelto di vivere, esattamente a Molteno, nel Lecchese, dal 1973 fino alla sua scomparsa. Non era raro trovarlo anche nelle località del Comasco, a fare la spesa, come un qualunque cittadino, non come uno tra gli artisti più famosi e celebrati della musica italiana. Non mancò anche chi osò superare la cappa di riservatezza. Come capitò ad Annamaria Massagrande, fino a qualche anno fa titolare di una farmacia a Lurago d’Erba, che se lo trovò davanti senza altri clienti e colse l’occasione: «Lei è il più grande» gli disse. La risposta fu ironica, accompagnata da un sorriso: «Me lo dice perché prendo i cerotti da lei?».
Lurago d’Erba, del resto, è a poca distanza da Anzano del Parco dove, a metà degli anni ’70, nello studi registrazione di Mogol, il Mulino, Battisti realizzò con il grande autore alcune delle sue canzoni più belle. Una base operativa, ma anche un luogo in cui vivere. In quegli anni furono molti i grandi nomi che utilizzarono la struttura: tra loro Antonello Venditti, Ivan Graziani, i Pooh e Toni Esposito.
Proprio ad Anzano del Parco fu realizzato l’album Lucio Battisti, la batteria, il contrabbasso, eccetera con hit ancora appezzate oggi come Ancora tu e La compagnia. La foto di copertina – una tra le più famose di Battisti – fu realizzata da Caesar Monti nei boschi di Anzano, in una strada sterrata. La sera prima era piovuto, ma – come ha raccontato lo stesso Monti prima della sua scomparsa nel 2015 – il sole stava asciugando tutto. Il fotografo con una canna ricreò le pozze per avere l’effetto degli schizzi che si alzavano con il cantante che correva, realizzando una copertina inconica, tra le più apprezzate dai fan.
Lo stesso Mogol in una intervista ha peraltro raccontato che un’altra grande canzone interpretata da Battisti come E penso a te è nata dalle nostre parti, durante un viaggio sulla superstrada Milano-Como.
Lucio Battisti nella copertina dell’album “La batteria, il contrabbasso, eccetera”. Immagine scattata nei boschi di Anzano del Parco