“La medicina territoriale non è più attrattiva”: questo, secondo il presidente dell’Ordine dei medici di Como Gianluigi Spata, ha portato alla carenza attuale di medici di medicina generale. Ieri al Forum di Assago hanno sostenuto il test d’ingresso al corso di formazione triennale 444 aspiranti medici di famiglia, a fronte dei 647 registrati. La Lombardia ha messo a disposizione 464 borse di studio per il triennio 2022/2025, ma non tutte verranno utilizzate.
“Perché tanti neolaureati vanno all’estero? – si domanda Spata – Non è soltanto una questione economica, ma anche professionale, perché il medico di base è sommerso dalla burocrazia e questo va a scapito dell’ascolto e della cura del paziente. È necessario puntare alla formazione di una figura professionale diversa, nuova, che sappia ad esempio effettuare una ecografia, un elettrocardiogramma, una spirometria. Dunque che prenda in carico i pazienti a 360 gradi”.
Gli aspiranti medici di base che ieri si sono sottoposti al test avranno davanti a sé tre anni di formazione, ma sin dall’inizio del corso potranno lavorare, con incarichi provvisori e un numero limitato di pazienti, andando a colmare così le carenze nella sanità territoriale.
“È un Paese il nostro dove non si riesce a fare programmazione – spiega Spata – Per il diplomato che entra nella facoltà di Medicina è necessario garantire un percorso che lo accompagni fino alla specialistica, al termine della quale deve avere già il posto assicurato. Basterebbe verificare le mancanze esistenti tra specialisti e medici di base e orientare gli studenti verso gli ospedali piuttosto che verso la sanità territoriale”.
Tra gli iscritti al test, il 40% ha un’età compresa tra i 35 e i 49 anni, ma ha partecipato anche qualche over 60, probabilmente in “fuga” dagli ospedali. “Ci si deve chiedere anche perché ci sono sempre meno studenti che scelgono di diventare anestesisti o di lavorare nell’emergenza urgenza – conclude Spata – Perché i ritmi sono diventati insostenibili, si lavora in condizioni precarie rischiando continuamente di essere aggrediti e infine non si hanno altri sbocchi con queste specializzazioni. È il momento di fare una riforma seria”.