(ANSA) – LONDRA, 22 FEB – Niente da fare per Shamima Begum, la ‘sposa dell’Isis’ fuggita da Londra a 15 anni con due coetanee nel 2015 per unirsi ai miliziani del Califfato in Siria prima di essere catturata e ricomparire quattro anni fa, scovata dai media, in un campo profughi della zona: i giudici della Special Immigration Appeals Commission hanno infatti respinto oggi l’ultimo ricorso contro la revoca della cittadinanza britannica decisa a suo tempo d’autorità dal governo Tory – non senza controversie – nei suoi confronti. Il verdetto odierno significa che Begum – nata in Inghilterra da genitori originari del Bangladesh, ma cittadina solo del Regno Unito – non potrà tornare nella patria abbandonata adolescente quasi 8 anni fa assieme a due coetanee. Il provvedimento punitivo, adottato contro di lei nel 2019 per asserite ragioni di sicurezza nazionale (materia di competenza governativa) dall’allora ministro dell’Interno, Sajid Javid, resta valido e legittimo, stando ai giudici. A dispetto delle argomentazioni degli avvocati difensori secondo cui Shamima, ampiamente minorenne all’epoca della "fuga", sarebbe stata vittima di fatto d’una forma di traffico di esseri umani e sfruttamento sessuale da parte dell’Isis; nonché di quanto emerso da una recente inchiesta giornalistica della Bbc sul ruolo-trappola svolto da un agente coperto dell’intelligence canadese (alleata di quella britannica) per far entrare illegalmente in Siria nel 2015 la teenager con le amiche Kadiza Sultana e Amira Abase, in modo da usarle poi per raccogliere informazioni a beneficio dei servizi occidentali. (ANSA).