Poche ore dopo il terremoto che ha devastato la Turchia e la Siria all’inizio di febbraio, un team dell’Earth Observatory di Singapore (EOS) della Nanyang Technological University ha iniziato a costruire mappe che mostrano l’entità del danno nelle regioni colpite. Sviluppate dall’elaborazione di dati satellitari grezzi, le mappe proxy dei danni possono essere utilizzate per guidare i governi locali e i primi soccorritori nell’identificare le aree che necessitano maggiormente di soccorso e aiuto. Le mappe utilizzano un satellite che utilizza la tecnologia radar ad apertura sintetica, inviando onde radio alla superficie terrestre e raccogliendo dati per formare immagini. Il radar può penetrare nell’oscurità e nelle nuvole per scattare istantanee delle conseguenze. Anche l’agenzia spaziale degli Stati Uniti, National Aeronautics and Space Administration (Nasa), ha contribuito alla mappa attraverso il suo Jet Propulsion Laboratory. Il Programma alimentare mondiale delle Nazioni Unite ha utilizzato le mappe per stimare quante persone sono state colpite dal terremoto. (ANSA).