Nei giorni scorsi la simulazione del funzionamento delle paratie, con pochi pannelli montati. In queste ore nel primo tratto di cantiere che da Sant’Agostino va verso piazza Cavour sollevate più barriere. Un’operazione che rende l’idea di cosa accadrà in caso di esondazione in città. I passanti non hanno potuto fare a meno di notare i panconi.
La prima simulazione nei giorni scorsi
Durante la simulazione effettuata davanti al presidente della Lombardia, Attilio Fontana, a pochi giorni dal voto regionale era stato spiegato che le paratie sono interrate, a scomparsa, e quindi non visibili. In caso di emergenza le barriere vengono estratte e montate. “L’operazione avviene manualmente ma è veloce”, avevano spiegato i tecnici.
Dopo aver estratto le barriere vengono sollevati i tre pannelli di protezione e saldati tra di loro in maniera da creare un unico muro a difesa della città. Successivamente sarà necessaria una convenzione con la Protezione Civile che interverrà manualmente in caso di emergenza. Infine – una volta terminata l’opera – dovranno essere effettuati dei collaudi annuali.
Il cronoprogramma
Il maxi progetto per la costruzione del “piccolo Mose” lariano aleggia su Como da oltre trent’anni e dal 2008 il lungolago è ostaggio del cantiere, con i costi lievitati arrivati a superare i 30 milioni di euro. Ci vorrà ancora un anno prima di poter scrivere la parola fine. Resta – al momento – confermato il cronoprogramma: il tratto da Sant’Agostino a piazza Cavour sarà pronto per marzo. Conferme sono arrivate anche per la data di chiusura definitiva dell’intera opera, ossia a marzo del 2024.