(ANSA) – LISBONA, 30 GEN – La Corte costituzionale portoghese ha nuovamente bocciato la legge che intendeva depenalizzare l’eutanasia. La legge era già stata respinta due volte, in precedenza, sia dalla Corte costituzionale, nel 2021, che da un veto presidenziale, nel 2022. Il motivo delle bocciature precedenti risiedeva nell’ambiguità del lessico utilizzato, laddove si parlava ora di malattia "fatale", ora "incurabile", e anche l’ultima stesura aveva destato dubbi nel presidente della Repubblica, Marcelo Rebelo de Sousa, che l’aveva per questo rinviata alla Corte costituzionale. Secondo il comunicato che il giudice presidente della Corte, João Caupers, ha letto pochi minuti fa in coda alla lettura della sentenza, il Parlamento portoghese, nel rielaborare il testo di legge, è andato legittimamente oltre le correzioni richieste, ma ha mantenuto l’ambiguità rispetto alla definizione della malattia e della sofferenza: "fisica, psicologica e spirituale". Secondo i giudici non è chiaro se l’interpretazione dei tre aggettivi debba essere "cumulativa" o "alternativa". In sostanza, non è chiaro se una persona a cui sia stato diagnosticato un cancro o soffra di Sla (esempi citati testualmente nel comunicato), quindi con poche speranze di cura ma senza ancora particolari sofferenze fisiche, possa essere applicata la morte assistita. Questa indefinibilità ha portato alla terza bocciatura in due anni del disegno di legge. Il No dei giudici non è stato all’unanimità, bensì a maggioranza. (ANSA).