Sulla sponda orientale del ramo comasco del Lario, dopo oltre un anno e mezzo dalla prima ondata di maltempo che ha portato oltre a fango e detriti anche tanti danni per i per i cittadini, il Comune di Blevio inizia a mettere la parola fine alla situazione di disagio.
Dei 55 interventi totali, alcuni per la messa in sicurezza del territorio sono infatti già iniziati. A fine dicembre per esempio, è partito il cantiere per lo smaltimento del materiale alluvionale e tra un mese, spiega il sindaco Alberto Trabucchi, dovrebbe essere concluso. Le operazioni più impegnative – ancora in fase finale di progettazione – sono quelle che interesseranno i torrenti. A Sopravilla e Capovico consisteranno nel ri-sezionamento degli alvei per adeguarli ai flussi d’acqua e nella creazione di paratie in grado di arginare il deflusso in caso di precipitazioni intense.
Molti dei cantieri saneranno gli attuali problemi ma altri sono pensati per prevenire nuovi disastri ambientali. “Uno strumento fondamentale per il futuro – spiega ancora il primo cittadino – sarà l’istallazione di un sistema di monitoraggio tecnologico per raccogliere e rielaborare i dati relativi al maltempo e formulare avvisi (in forma di messaggi e allarmi) da diramare tra i cittadini”. Il localizzatore di rischio, così può essere definito, costerà 100mila euro e permetterà di intervenire tempestivamente sugli eventi meteorologici più gravi.
Per l’avvio dei lavori, dovranno invece attendere ancora, almeno un anno, i proprietari delle abitazioni investite dal fango e dalle frane. A novembre 2022 quest’ultimi hanno presentato le domande per gli acconti relativi ai danni, “ma le date precise per i saldi ai privati ancora non ci sono” spiega Trabucchi. Le persone sfollate dunque – in tutto circa una ventina – rimangono in attesa della revoca dell’ordinanza che le tiene (per ragioni di sicurezza) lontane dalle proprie case.
Secondo il sindaco la sequenza di eventi calamitosi compresa tra luglio 2021 e settembre 2022 ha sottolineato l’importanza della cura del territorio ma ha anche mostrato come – soprattutto in ottica di prevenzione – la burocrazia (lenta e complessa) renda difficile agire in un’ottica di prevenzione. Grazie ai fondi messi a disposizione per finanziare le opere, (12,3 milioni di euro del PNRR, 5 milioni da Regione Lombardia, 2 milioni tra Comunità Montane e Protezione Civile) il programma degli interventi non ha incontrato troppi ostacoli e ha concluso Trabucchi “tra due anni la fase più critica sarà conclusa”