(ANSA) – MARSALA, 19 GEN – "Noi ci auguriamo che Matteo Messina Denaro possa dire qualcosa sulla scomparsa di Denise Pipitone, anche se nominando come difensore la nipote ha dato un segnale preciso, che forse ancora non è stato colto, e si tratta di un segnale di chiusura. Tuttavia quando un padrino di questo livello viene arrestato si scompagina il sistema della criminalità organizzata e potrebbero esserci a breve altri arresti, qualche retata, con la conseguenza che qualcuno possa decidere di pentirsi e parlare". Lo ha detto l’avvocato Giacomo Frazzitta – legale di parte civile per Piera Maggio, madre di Denise Pipitone, la bambina scomparsa a Mazara del Vallo l’1 settembre 2004, quando aveva poco meno di quattro anni – intervenendo nel programma di Rai2 "Ore14". "Quando in un territorio accade qualcosa che suscita grande clamore e non è stata Cosa Nostra – prosegue Frazzitta -, i mafiosi cercano subito di informarsi. Come nel caso della scomparsa di Stefano e Antonio Maiorana, anche se in quel caso ai mafiosi furono dette delle bugie". Il legale poi puntualizza: "Non pensiamo che Messina Denaro possa essere stato coinvolto nella scomparsa di Denise, ma se per 30 anni ha comandato la mafia nel Trapanese, allora potrebbe essere a conoscenza di qualcosa. La speranza è che, eventualmente, decida di riparare in parte ai reati che ha commesso aiutando la giustizia a fare luce sul caso. Sarebbe bello, ma è un messaggio messo in una bottiglia e lanciato nell’oceano". Subito dopo la cattura del superlatitante, Piera Maggio e il marito Piero Pulizzi su Facebook hanno scritto: "Chiediamo allo Stato italiano, ai magistrati che se ne prenderanno carico. Dopo tutti gli accertamenti e le doverose domande di rito al boss Matteo Messina Denaro, qualcuno cortesemente chieda al boss, se in qualche modo ha avuto notizie sul sequestro di nostra figlia Denise". E oggi Piera Maggio ha ripetuto questa frase anche all’ANSA. (ANSA).