Segno meno per il livello delle acque del Lago di Como. Il Lario è sceso leggermente sotto allo zero idrometrico, arrivando a quota -3 millimetri. Il deflusso delle acque è superiore all’afflusso e il livello di riempimento si attesta al 23,5%. La tendenza è alla stabilità, come viene rilevato dall’Ente regolatore dei grandi laghi.
Una situazione non allarmante come quella della scorsa estate, ma che comunque non preannuncia un anno migliore del 2022 per quanto riguarda la siccità.
Non va meglio per gli altri laghi lombardi: la condizione peggiore è quella del Lago Maggiore, che tocca i -13,4 centimetri con un livello di riempimento al 18%. Il Lago d’Iseo arriva invece a -1 centimetri con riempimento al 20,7%.
“Pioggia e neve non riescono più a sanare il deficit idrico dell’Italia”, è l’allarme dell’Anbi (Associazione Nazionale dei Consorzi per la Gestione e la Tutela del Territorio e delle Acque Irrigue), il cui Osservatorio sulle Risorse Idriche certifica “l’impossibilità di recupero con le attuali piogge”. L’esempio più evidente, spiega l’Anbi, “sono i grandi laghi del Nord che rappresentano la più grande riserva idrica del Paese, tutti sotto media e la cui percentuale di riempimento è perlopiù inferiore a quella del gennaio 2022, che fu preludio ad una straordinaria stagione siccitosa”.
“In Lombardia – spiegano ancora dall’Osservatorio dell’Anbi – il manto nevoso è del 43% inferiore alla media e il fiume Adda permane al minimo dei recenti sei anni. Le riserve idriche sono inferiori del 45,2% alla media storica e sotto anche a quelle largamente deficitarie del 2022: -1,84%”.
La richiesta è quella di un urgente programma di interventi articolati, capaci di trattenere le acque, soprattutto derivanti dalle piogge, per utilizzarle nei momenti di bisogno.