“Domandiamoci quanto noi, mediante la fede, siamo in grado di trasformare l’ambiente di vita nel quale viviamo, cioè di “dare un tono” particolare con la nostra stessa presenza a coloro con i quali viviamo”. Sono le parole del cardinale Oscar Cantoni durante l’omelia nella solennità dell’Epifania. Durante la celebrazione è stata annunciata la prossima Pasqua, che sarà il 9 aprile.
“I Magi che giungono a Betlemme dopo un lungo cammino e lì finalmente incontrano e adorano il Signore Gesù, presentato loro da Maria, sono i rappresentanti di quella lunga catena di cercatori di Dio da tutti i continenti, che ha attraversato l’intera storia dell’umanità ed è giunta fino a noi – ha sottolineato il vescovo di Como – Cercare Dio non è un compito esclusivo di coloro che non credono in Lui, ma un impegno irrinunciabile anche di noi credenti, che per grazia abbiamo sì ricevuto il dono della fede, ma che non siamo per nulla esonerati da un continuo approfondimento, alla luce dello Spirito Santo”.
“Nessuno di noi, infatti, può affermare di conoscere a fondo e definitivamente il Padre del Signore nostro Gesù Cristo, e tanto meno di possederlo. Dio non si lascia rinchiudere in nessun schema umano – ha proseguito il cardinale Cantoni – Molto spesso ci illudiamo di averlo trovato una volta per tutte, poi ci rendiamo conto di averlo rinchiuso nei nostri stretti ragionamenti, molto umani, perciò sempre parziali e provvisori”.
Il vescovo di Como ha parlato della ricerca di Dio. “Dio non è mai ripetitivo, Dio ci sorprende, così che la nostra è una inquietudine benefica, che ci obbliga a una più approfondita ricerca – Per conoscere Dio occorre innanzitutto amarlo. Criterio utile per verificare l’autenticità della nostra fede o della nostra incredulità è la nostra stessa vita, la nostra umanità concreta, la prassi ordinaria nella quotidianità personale, piuttosto che ciò che pensiamo o diciamo a proposito di Dio. La nostra vita spirituale e il nostro impegno concreto di vita nella società ci aiutano a identificare il Dio nel quale crediamo”.
“La nostra umanità è plasmata da quel Dio al quale aderiamo e nel quale viviamo. Riflettiamo perciò su come viviamo la fede nel nostro mondo interiore in questo preciso momento della nostra vita, come la fede fonda effettivamente le nostre singole giornate, come essa determina soprattutto la qualità delle nostre relazioni interpersonali. – ha concluso il cardinale Cantoni – Chi incontra il Dio di Gesù Cristo ne esce trasformato, anzi è chiamato a una continua conversione. A parlare della fede di ognuno di noi, del nostro rapporto personale con il Dio di Gesù Cristo, è dunque la nostra stessa esistenza, piuttosto ciò che pensiamo o diciamo a proposito di Dio”.