Due agenti della polizia penitenziaria aggrediti nel carcere del Bassone, mentre un detenuto temporaneamente ricoverato al Sant’Anna ha distrutto la stanza dell’ospedale. Entrambi gli episodi si sono verificati nella giornata di ieri, a pochi giorni di distanza da un altro episodio di violenza, con un poliziotto penitenziario colpito da un carcerato.
La nuova aggressione
Lo stesso detenuto che ieri avrebbe nuovamente aggredito un agente. Secondo le prime ricostruzioni, il carcerato, un nordafricano che appunto aveva già creato problemi, avrebbe colpito violentemente con un oggetto rudimentale appuntito l’agente che gli ha aperto il cancello per permettergli di raggiungere il locale doccia. Avrebbe poi aggredito e colpito anche l’ispettore di sorveglianza intervenuto per aiutare il collega. Entrambi sono stati feriti e sono stati accompagnati al pronto soccorso per le cure.
I danni in ospedale
Al Sant’Anna intanto, un detenuto ricoverato in ospedale avrebbe dato in escandescenze e distrutto la stanza. E’ stato necessario l’intervento di agenti della polizia penitenziaria fuori servizio e degli agenti delle volanti della polizia di Stato.
L’allarme dei sindacati
“Il Bassone sconta una carenza d’organico dell’80% rispetto al previsto in un ruolo chiave come quello di sovrintendente, di oltre il 50% per quanto riguarda una figura professionale cruciale nel sistema detentivo, ossia quello dei funzionari giuridici-pedagogici – denuncia il segretario generale territoriale della Uilpa Polizia Penitenziaria Dario Esposito – E’ necessario pertanto un intervento per porre mano a queste carenze, tanto è dovuto se si vuole evitare che lo scotto di un sistema che presenta falle importanti passi quotidianamente sulla pelle degli uomini e donne in divisa che prestano servizio a Como”.
“Viviamo un sistema carcere deficitario, lacunoso, che rende la polizia penitenziaria inerme di fronte agli atti di violenza – dicono i rappresentanti dei sindacati Sinappe e Cnpp Francesco Panico e Davide Brienza – Gli agenti sono in balia di soggetti che vengono “classificati” psichiatrici dal sistema sanitario nazionale e forti di questo status si permettono di aggredire lo Stato consapevoli della loro impunità. Chiediamo per questi soggetti il trasferimento immediato e un diverso sistema di gestione”.
“A Como mancano le figure professionali dell’area pedagogica per reggere le richieste dei 400 detenuti presenti – aggiungono – La polizia penitenziaria diventa il front office della popolazione detenuta e subisce in primis le deficienze del sistema. Il nostro plauso va al personale in servizio che con professionalità ha gestito gli eventi critici descritti. C’è però bisogno di una presa d’atto da parte degli organi politici”.