Con una maratona notturna terminata all’alba, la manovra – la prima finanziaria del governo Meloni – è stata approvata alla Camera dei Deputati, con 197 voti a favore, 129 contrari e due astenuti. Ora passa al Senato, che la esaminerà dal 27 dicembre.
Una manovra per due terzi dedicata al caro energia, e leggermente diversa da quella presentata un mese fa dal governo. Salta – ad esempio – il tetto minimo per il rifiuto del pagamento con il Pos senza multe per l’esercente. Confermato, invece, l’innalzamento del tetto di contante a 5mila euro, così come lo stralcio delle cartelle esattoriali fino a 1.000 euro emesse tra gli anni 2000 e 2015. La pensione minima passa a 600 euro per gli over 75, viene introdotta quota 103 per il pensionamento (41 anni di contributi e 62 di età) e la flat tax al 15% per le partite Iva fino a 85mila euro di reddito.
LE REAZIONI DEI PARLAMENTARI COMASCHI
“Una manovra che affronta il principale problema oggi del Paese, ovvero i costi energetici di luce e gas, mettendo 21 miliardi per il caro bollette e per l’aumento dei costi delle materie prime – commenta il deputato canturino della Lega Nicola Molteni, sottosegretario all’Interno – Una manovra che sostiene le imprese, le famiglie con il rafforzamento dell’assegno unico e universale, che lascia più soldi in busta paga ai lavoratori dipendenti con il taglio del cuneo fiscale al 3% per i redditi fino a 25mila euro . Si fissano finalmente i paletti per l’approvazione del federalismo fiscale e l’autonomia differenziata, il grande obiettivo della Lega in questo Governo”.
Di manovra “iniqua e inadeguata” parla invece la deputata lariana del Pd Chiara Braga. “Arriviamo all’approvazione dopo giorni litigi nella maggioranza e di confusione. La destra che aveva chiesto il consenso degli italiani usando lo slogan “siamo pronti” ha dimostrato di non essere affatto pronta – attacca Braga – Una manovra che non riesce in alcun modo a dare risposta alle difficoltà delle persone. Si dovevano orientare le risorse disponibili per arginare la perdita del potere d’acquisto delle famiglie, per combattere il lavoro povero, per finanziare in modo adeguato settori strategici come la sanità, la scuola, il diritto alla casa, per aiutare gli enti locali e le imprese. Invece il Governo e la maggioranza hanno deciso di strizzare l’occhio agli evasori fiscali, con dieci condoni mascherati che hanno “sottratto” risorse per oltre 1 miliardo di euro nel 2023”.
Il 27 dicembre il documento arriverà al Senato per un passaggio che, a meno di sorprese dell’ultim’ora, dovrebbe essere formale. “La manovra non può essere giudicata a pieno – spiega Claudio Borghi Aquilini, senatore comasco della Lega ed economista – Perché al di là delle minuzie che spesso fanno titolo ma hanno scarsissimo impatto dal punto di vista economico finanziario, i due terzi dei fondi sono andati nel falò dell’energia. Si è fatto quel che si poteva, dando un avvio di alcuni punti del programma elettorale, come l’allargamento della flat tax per gli autonomi. Il passaggio successivo, la vera sfida della legislatura, sarà estendere la tassa piatta ai dipendenti”. Infine, il senatore Broghi invita i comaschi a “prestare attenzione al Milleproroghe”, che conterrà “interessanti novità per la Navigazione Laghi: fondi aggiuntivi derivanti dagli utili per ammodernare la flotta”.