Ticosa. “La Santarella era un centro di produzione di energia e vogliamo che torni a esserlo”. E’ dunque questo il progetto dell’amministrazione guidata da Alessandro Rapinese per l’edificio della Santarella, nell’area ex Ticosa. Obiettivo: non soltanto nuovi posti auto nell’area già bonificata ma rendere il compendio una centrale di energia pulita e rinnovabile.
La discussione sul futuro dell’edificio dell’ex tintostamperia comasca è approdata sui banchi del consiglio comunale – nella seduta odierna – durante il dibattito sull’approvazione del bilancio 2023 entro fine anno.
“Per fine mandato il progetto sulla Santarella lo portiamo a termine”, è la promessa che arriva dall’amministrazione comunale. “Lo spazio ha delle superfici che si prestano per l’utilizzo del fotovoltaico e la miglior posizione nella zona per intercettare energia”, spiegano ancora dalla giunta.
Intanto si guarda anche alla bonifica della cella 3, l’ultima porzione della Ticosa che resta da ripulire dagli inquinanti. Sono in corso le riunione tra Comune, Arpa, Ats e provincia per individuare la soluzione migliore da mettere in campo. Delle quattro soluzioni alternative all’intervento di risanamento ambientale della “cella 3”, evidenziate dallo studio di fattibilità tecnico-economica, due al momento sembrerebbero sopravvivere. Si tratta dell’asportazione totale dell’intera porzione, ossia la bonifica come avvenuto per l’area restante, oppure il setaccio dell’amianto. La differenza tra le due alternative è nel tempi, più lunghi nella seconda ipotesi, e modalità. Le porzioni di terra – nella prima opzione – finiscono in discarica con l’amianto e nella seconda – una volta setacciate e dunque ripulite – vengono riposizionate.
“Stiamo valutando un metodo utilizzato in altre regioni – spiega il sindaco Rapinese – Non vorremo altri errori su quest’area della città”.