“Abbiamo delle scuole energivore, che cadono a pezzi e che ospitano soltanto 50 bambini. Chiuderemo tutti i plessi che non servono nel momento in cui costano una fortuna e non rendono un servizio pubblico, liberando risorse per altro”: lo ha annunciato, in diretta su Etv, il primo cittadino Alessandro Rapinese.
Una dichiarazione che fa seguito a quella resa dal vicesindaco Nicoletta Roperto, che nei giorni scorsi aveva comunicato l’intenzione dell’amministrazione di chiudere cinque edifici scolastici, un numero che – ha detto – “potrebbe aumentare”. Un annuncio che ha suscitato polemiche politiche e preoccupazione tra le famiglie, anche se ancora non sono stati indicati gli edifici a rischio.
“In questi anni – ha proseguito il sindaco – ho sentito parlare di ristrutturazione delle scuole, di costi, ma non ho mai visto un’amministrazione coraggiosa che potesse prendere il toro per le corna e iniziare finalmente a dare un futuro a Como. Abbiamo 22 plessi soltanto per le scuole primarie e alcuni sono sottoutilizzati, perché per ospitare pochi bambini si arrivano a spendere centinaia di migliaia di euro di bollette. Così non va – ha ribadito Rapinese – Una persona abituata a fare due conti capisce che è necessario abbandonare i plessi che presentano le condizioni peggiori sia a livello strutturale che economico, in modo da ottimizzare e andare verso una maggiore efficienza”.
Il sindaco ha detto di doversi confrontare con gli uffici tecnici del Comune di Como, con i consigli di istituto e con la Provincia per definire il piano delle eventuali chiusure.