In vista delle elezioni regionali in Lombardia, a creare dibattito (oltre a candidature e ipotetiche coalizioni) è anche il provvedimento che punta a modificare la legge elettorale. È infatti in corso a Palazzo Pirelli, la discussione sulla riforma che assegnerebbe al presidente in carica Attilio Fontana – e non più al Prefetto – il potere di indire il voto. La modifica alla norma regionale vigente è stata approvata in commissione Affari istituzionali ed è quindi ora alla prova dell’aula consiliare. Aula dalla quale si leva il dissenso dell’opposizione.
“Siamo profondamenti contrari alle tempistiche e alle modalità con cui la maggioranza ha scelto di modificare la legge, perché non si cambiano le regole del gioco mentre la partita è già cominciata. Siamo ormai in campagna elettorale e cambiare la regola secondo la quale chi convoca le elezioni è direttamente il presidente della regione quando siamo già in campagna elettorale è profondamente irrispettoso delle istituzione e dei cittadini” ha commentato Fabio Pizzul, capogruppo del Partito democratico in Lombardia.
Alle parole di Pizzul replica il presidente del Consiglio regionale Alessandro Fermi che spiega: “Mi sembra una polemica pretestuosa, dal sapore elettorale. Si tratta semplicemente della regolarizzazione di una situazione che, al momento, vede la Lombardia diversa da altre Regioni. L’obiettivo è uniformarci a chi attribuisce al presidente regionale la facoltà di indire i comizi elettorali. Avanzare obiezioni in ordine alla tempistica è, ripeto, un pretesto – conclude il presidente del Consiglio lombardo – l’importante è uniformarci ad altre realtà regionali entro il voto. Che poi sia un anno prima o sei mesi prima, non cambia nulla”.
La legge stabilisce che il presidente della Regione può indire le elezioni non prima dei 30 giorni precedenti la fine naturale della legislatura e non oltre i 60 giorni successivi o nella domenica compresa nei sei giorni ulteriori. Per la Lombardia quindi la data del voto potrebbe cadere tra domenica 5 febbraio e domenica 7 maggio 2023. È in ogni caso competenza del ministero dell’Interno stabilire una data differente da quella indicata dal presidente della Regione a fronte di possibili accorpamenti con altre elezioni.