l ramo della viticoltura è uno dei più importanti del settore primario ticinese: il valore della vendemmia è di circa 26 milioni di franchi all’anno mentre la cifra d’affari dell’intero settore, considerando anche il vino, ammonta a circa 80 milioni di franchi. Ad oggi il settore affronta numerose sfide: una fra tutte quella legata alla natura del terreno. A ciò si aggiunge il fatto che i consumatori e la società chiedano una produzione sempre più sostenibile, che minimizzi l’impatto dei prodotti fitosanitari senza intaccare la qualità. In questa direzione va il progetto “ViSo Ticino – Viticoltura Sostenibile Ticino”, presentato oggi dal Dipartimento delle finanze e dell’economia. Come sottolineato in conferenza stampa da Christian Vitta, Direttore del DFE, il progetto ViSo ha una valenza strategica e generazionale per l’evoluzione del settore vitivinicolo.
Il progetto riprende la volontà di un primo gruppo di viticoltori e vinificatori ticinesi, che ha proposto alla Sezione dell’agricoltura del DFE alcune riflessioni volte a ridurre i rischi legati all’utilizzo dei prodotti fitosanitari e a migliorare la sostenibilità della produzione viticola, tenendo conto delle condizioni climatiche della Svizzera italiana, non comparabili a quelle del resto della Svizzera.
Le quattro assi del progetto:
Il primo asse prevede un’innovazione nelle strategie di protezione fitosanitaria. Il secondo prevede un miglioramento generale della pratica d’utilizzo dei prodotti fitosanitari. Il terzo asse ha come obiettivo l’aumento della conoscenza sulle varietà tolleranti alle malattie fungine come opzione accanto alla varietà Merlot. Il quarto asse, infine, si pone l’obiettivo di promuovere e proteggere la biodiversità.
Una delle principali novità del progetto è il cosiddetto ciclo di co-innovazione: durante dei workshop, organizzati all’inizio di ogni stagione, le innovazioni proposte dai viticoltori, dalla ricerca e da altre regioni viticole verranno discusse tra viticoltori, consulenza e accompagnamento scientifico. Quelle che troveranno il consenso verranno poi messe in atto all’interno di un quadro scientifico di consulenza e monitoraggio, che comprende l’implementazione su parcelle di prova presso le aziende, la raccolta e la valutazione dei relativi dati, nonché lo scambio di esperienze tra i diversi partecipanti. Le esperienze acquisite confluiranno poi nel prossimo ciclo di co-innovazione.