Riduzione in schiavitù e violenza sessuale di gruppo. E’ l’accusa rivolta a due coniugi di Locate Varesino, sottoposti alla misura cautelare personale del divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati dalla presunta vittima e dell’obbligo di dimora nel paese di residenza. La coppia avrebbe commesso le violenze tra il 1999 e il 2015. La presunta vittima è una giovane che avevano ospitato in casa come famiglia affidataria.
L’ordinanza, firmata dal giudice delle indagini preliminari del tribunale di Milano, è stata eseguita dagli agenti della squadra mobile della questura di Como. Gli stessi poliziotti comaschi nei mesi scorsi hanno eseguito la delicata indagine sfociata nell’ordinanza, coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Milano.
La presunta vittima, nel 1999, appena maggiorenne, era stata ospitata dalla coppia di Locate Varesino. L’indagine è stata avviata dopo le ripetute denunce della stessa donna. Secondo l’accusa, la giovane avrebbe subito ripetute violenze sessuali e addirittura l’infibulazione. La ragazza avrebbe subito continue vessazioni e sarebbe stata sequestrata in casa. Comportamenti che sarebbero proseguiti anche quando la donna è fuggita e si è trasferita in un’altra regione. Sarebbe stata rintracciata e sottoposta nuovamente a violenze.
Secondo quanto ricostruito dagli investigatori, le violenze si sarebbero verificate anche nel corso di riti riconducibili a messe sataniche, con la recita di litanie da parte degli indagati incappucciati e al cospetto di crocifissi capovolti.
Durante la perquisizione eseguita dai poliziotti della squadra mobile in occasione dell’esecuzione dell’ordinanza, gli agenti avrebbero riscontrato la presenza degli spazi in cui la presunta vittima sarebbe stata segregatala. Le indagini sono ancora in corso. Ai coniugi intanto è stato imposto l’obbligo di stare ad almeno 500 metri dalla presunta vittima e dai suoi figli e non potranno uscire dal comune di residenza.