(ANSA) – BARI, 01 OTT – "In questo momento drammatico della storia, in cui l’uso delle armi sta sfiorando il punto di non ritorno, risuona ancor più profetico l’appello di don Tonino Bello: ‘La pace non è tanto un valore da promuovere, ma una persona da seguire: la stessa persona di Gesù. Per questo, nonostante viviamo una esperienza frammentata di pace, scommettere su di essa significa scommettere sull’uomo. Anzi, sull’uomo nuovo. Su Cristo: egli è la nostra Pace. E lui non delude’. La pace per don Tonino è dentro di noi, è Gesù. Bisogna solo darli spazio. E lui indicò la strada per farlo". È la riflessione del direttore di Famiglia Cristiana, don Stefano Stimamiglio, durante la tavola rotonda ‘Pace e disarmo: don Tonino Bello profeta inascoltato’ organizzata ad Alessano (Lecce), nel Salento, in occasione dei 90 anni della rivista. Durante il dibattito è stato approfondita la pericolosa escalation tra superpotenze innescato dalla guerra in Ucraina e i conflitti dimenticati nel mondo – 169 nel 2020 per un totale di 81.447 vittime secondo il ‘Conflict data program’ dell’Università svedese di Uppsala. Dopo i saluti del sindaco di Alessano, Osvaldo Stendardo, e di Stefano Bello, nipote di don Tonino, due contributi da Kiev: la video testimonianza di Alberto Capannini, responsabile ‘Operazione Colomba’, corpo nonviolento di pace della Comunità Papa Giovanni XXIII, e quella di don Renato Sacco, che in questi giorni si trova nella capitale ucraina con la delegazione di Pax Christi per portare aiuti umanitari e promuovere una campagna di sostegno agli obiettori di coscienza russi e ucraini e che nel 1992 partecipò con don Tonino alla marcia della pace a Sarajevo durante la guerra nei Balcani. (ANSA).