(ANSA) – SASSOFERRATO, 28 SET – "È bello vedere i volti di chi ci ha salvato". La famiglia Tassi-Memoli ha voluto incontrare i carabinieri che l’hanno salvata, la sera dell’alluvione del 15 settembre scorso che ha messo in ginocchio Sassoferrato (Ancona) ma anche altre zone dell’hinterland Senigalliese e Pesarese. Alessio Tassi, appena uscito dall’ospedale, la compagna Maria Memoli, la figlia e Tommaso Fiore hanno raggiunto la sede della stazione dei carabinieri di Sassoferrato. Ad accoglierli, insieme al capitano della Compagnia, Mirco Marcucci, c’erano i carabinieri che sono riusciti a salvare Alessio poco prima che annegasse a causa dell’acqua e del fango che lo avevano intrappolato in un locale nella palazzina in cui vive con la famiglia. Sono: il Luogotenente Matteo Prencipe comandante della stazione, il carabiniere Daniel Farinelli; il carabiniere Scelto Christian Morosi Pipparelli della stazione locale, l’appuntato Scelto Matteo Scarinci della Stazione di Fabriano e l’appuntato Scelto Gianluca del Norm di Fabriano. "Ringrazio gli angeli in divisa che mi hanno saltato la vita facendo una catena umana", ricorda Alessio ripercorrendo quei terribili momenti; la compagna era salita sul tetto per salvarsi dalla piena. "Sono salito sopra il tettino dell’auto per raggiungere la mia compagna e sono caduto, inghiottito dall’acqua. – racconta Alessio – Non ce la facevo più. In quella stanza, con l’auto che bloccava l’uscita, 20 cm d’aria. Non so quanto tempo mi rimaneva. Mi sono aggrappato alle travi di legno per non lasciarmi andare. Poi per fortuna i carabinieri mi hanno trovato, giusto in tempo, e sono riusciti a tirarmi fuori. Sono vivo per miracolo". Dopo aver affidato Tassi al 118, uno dei giovani carabinieri in servizio era salito sul lucernaio, dove Maria Memoli e la figlia erano rimaste intrappolate nel palazzo allagato; anche loro erano state salvate. (ANSA).