Il cardinale Oscar Cantoni, vescovo di Como, è intervenuto oggi in apertura della seduta del consiglio comunale. “Il vescovo ha ripetuto che la sua nomina a cardinale non è una promozione personale ma lo impegna a mettersi ancora di più al servizio della comunità – ha sottolineato il presidente del consiglio comunale Fulvio Anzaldo – La sua visita oggi ci ricorda che anche noi non siamo qui per finalità personali ma per il bene comune”.
L’intervento del cardinale
Il cardinale ha incalzato gli amministratori comunali, invitandoli a perseguire il bene comune e l’interesse delle future generazioni.
Le parole del vescovo di Como.
Mi è data un’occasione propizia per riconoscere che la mia nomina a cardinale ha coinvolto positivamente non solo la intera comunità cristiana, ma anche la società civile, suscitando in tutti una vera e profonda gioia.
La città di Como, in tutte le sue componenti, si è sentita onorata e commossa per essere riconosciuta e valorizzata davanti al mondo.
Io stesso ho cercato di sottolineare come il cardinalato sia espressione non solo di un dono e di una responsabilità rivolta personalmente a me, ma anche una realtà da condividere. Un impegno esigente e responsabile da affrontare insieme, con una coerente immagine di una Città moderna. Città che riconosce, da una parte, le sue potenzialità e quella dei singoli cittadini, le sfide di essere una città di confine nel cuore d’Europa, ma che sa affrontare insieme i problemi reali che coinvolgono e determinano non solo il presente, ma anche il futuro.
Questo clima positivo e di forte speranza attutisce, almeno in parte, le fatiche e le difficoltà che come intera società, in Italia, in Europa e nel mondo, stiamo attraversando in questo periodo, con tutte le crisi che conosciamo e che dobbiamo saper affrontare con impegno responsabile ed audacia.
L’impegno per la pace
La pace non ha prezzo ed occorre trovare le vie possibili per giungervi in modo che non umilii nessuno.
La società civile e il mondo della cultura invocano poi una gestione “alta” della politica, che sia capace di futuro. Ciascuno, a livello civile, ma anche a livello ecclesiale, è chiamato a portare responsabilmente il proprio mattone per costruire insieme la casa comune, affrontare i problemi con lungimiranza, nel rispetto delle diversità che arricchiscono e che non devono semplicemente contrapporsi.
L’esortazione
Oggi, più che in passato, la Società e la Chiesa hanno bisogno di persone competenti e coraggiose, in una cordiale collaborazione, nel rispetto delle singole competenze, capaci di liberare speranza e sogni, attaccati a una salda tradizione, che non significa però ritornare indietro, ma stimolo per avanzare verso situazioni inedite, con coraggio, positività, e mediante un confronto sincero, leale e coraggioso, tra le singole parti.
Non valgono soluzioni facili, che appoggiano interessi immediati di gruppo e suscitano facili consensi, ma è necessario aprirsi a prospettive realistiche, fondate sul bene comune, sentendosi responsabili non solo dei problemi dell’oggi, ma anche quelli che possono determinare positivamente il futuro, ossia che riguardano quanti verranno dopo di noi.
Auguro a tutti voi un confronto schietto e sincero, nel rispetto di visioni diverse, ma complementari, adottando però sempre una logica di lungimiranza.
Siate sentinelle che additano traguardi faticosi, ma significativi e duraturi.
La domanda
Se permettete concludo con una domanda (che rivolgo anche a me stesso e al cammino di Chiesa che stiamo vivendo oggi): quale immagine di società, quale immagine di città, quali scelte positive stiamo preparando per le future generazioni?