(ANSA) – NEW YORK, 26 AGO – Un numero record di migranti cubani sta arrivando negli Stati Uniti. Si tratta del ritmo più alto da quando Fidel Castro è salito al potere nel 1959, con le persone che vogliono fuggire dalla repressione politica e dalla peggiore crisi economica dell’isola in più di tre decenni, come sottolinea il Wall Street Journal. Secondo la US Customs and Border Protection, più di 175.000 migranti cubani sono stati arrestati negli Stati Uniti tra ottobre e luglio, sei volte di più rispetto al precedente periodo di 12 mesi. La maggior parte sono giovani adulti e single, secondo le statistiche del governo, molti dei quali ben istruiti. L’esodo "riflette la disperazione, la mancanza di speranza e di futuro che sentono le persone sull’isola", ha affermato Jorge Duany, capo del Cuban Research Institute presso la Florida International University. Con le sanzioni inasprite dall’amministrazione Trump, la cattiva gestione economica cubana e l’impatto della pandemia, infatti, l’inflazione è aumentata vertiginosamente, gli alimenti e le medicine di base sono diventati scarsi, i trasferimenti di denaro dai cubani negli Stati Uniti sono diminuiti, e anche il flusso di turisti stranieri si è prosciugato. Duany ha ricordato che circa 250.000 cubani hanno lasciato l’isola negli anni successivi all’acquisizione del potere da parte di Castro. L’ondata attuale eclissa i circa 125.000 migranti che raggiunsero gli Usa nel 1980 quando Fidel, di fronte a una crisi politica, permise a centinaia di barche, per lo più con equipaggio di cubani-americani, di prelevarli al porto di Mariel. Altri 30.000 cubani partirono per la Florida su zattere improvvisate nel 1994, quando Castro li lascio’ migrare dopo che migliaia di cubani si ribellarono nella capitale L’Avana per le difficoltà economiche causate dalla fine dei sussidi sovietici all’isola caraibica. (ANSA).