Il dilemma dei ristoratori: “Chiudere o aumentare i prezzi?”. “I costi sono aumentati. Carne, pesce, farina, olio, formaggi. Tutto ci costa di più. Per adesso siamo riusciti a mantenere i prezzi invariati. Per la prossima stagione, vedremo”. Il dubbio espresso dal ristoratore è comprensibile. I rincari hanno infatti interessato soprattutto i beni alimentari e l’energia. Si aggiunge poi l’anidride carbonica per le bevande gassate che è sempre più difficile da trovare, la carenza di personale e il rischio speculazione. E’ questo il quadro allarmante presentato dai ristoratori comaschi durante una stagione estiva da record di presenze.
“Parliamo dell’olio ad esempio, il prezzo è triplicato. L’olio si usa abitualmente in cucina. Come facciamo quindi? Se aumentiamo i prezzi le persone ci accusano di volerci guadagnare. Ma noi prima prima di tutto dobbiamo pagare i dipendenti” spiega un altro ristoratore. Secondo gli ultimi dati Istat, accelera la crescita dei prezzi del cosiddetto “carrello della spesa”, che si porta a +9,1%, registrando un aumento che non si osservava dal 1984. “Tutto è aumentato, speriamo che prima o poi si torni ai vecchi prezzi” spiega un turista in visita a Como. “Questa crisi pesa sulle famiglie. Pensiamo a un nucleo di quattro persone con due figli. Le spese aumentano. Quest’inverno ridurremo anche le volte che si va a mangiare una pizza” spiega un’altra turista. E da qualche giorno è proprio il costo di una pizza a far discutere. Il titolare di un ristorante nel cremonese ha esposto la bolletta della luce accanto al menù per spiegare ai suoi clienti l’aumento dei prezzi. A Como, qualcuno pensa anche di abbassare il bandone per un po’ oppure cambiare l’offerta. “A fine mese incide il costo dell’energia e delle materie prime. L’olio è troppo caro ormai. Pensiamo di levare di mezzo i fritti dal menù nei prossimi mesi” commenta il titolare di un ristorante del lungolago.
Per sicurezza tanti ristoratori hanno già aumentato i prezzi!