Crisi di governo. Il presidente del consiglio Mario Draghi ieri ha presentato le dimissioni e rimesso il mandato nelle mani del presidente della Repubblica. La scelta è stata presa dopo l’astensione del Movimento 5 Stelle al voto di fiducia sul decreto Aiuti. La maggioranza numerica non è venuta meno ma il patto politico alla base dell’esecutivo si è rotto e si è aperta una crisi extraparlamentare.
Le reazioni
“Irresponsabilità ai massimi livelli del Movimento 5 Stelle nel creare una crisi di governo con un decreto da 20 miliardi che aiuta le famiglie e le imprese”, è l’attacco che arriva dal comasco Nicola Molteni, deputato della Lega e sottosegretario all’Interno. “Ora ci sono 5 giorni di tempo per capire quale sia la soluzione migliore per il bene del Paese. Le urne e il voto anticipato rappresentano uno strumento di democrazia altissimo e che rispettiamo”.
A difendere l’operato del proprio leader Giuseppe Conte è il parlamentare comasco del Movimento 5 Stelle Giovanni Currò: “Il Presidente Conte ha posto al centro 9 punti programmatici per affrontare temi cruciali per la tenuta sociale del Paese e la replica del Premier Draghi è stata purtroppo parziale – spiega – A questo punto è importante rivedere in quale direzione vuole proseguire il premier per le opportune valutazioni perseguendo sempre l’interesse dei cittadini e delle imprese”.
Le forze di governo sono ora al lavoro per provare a incollare i cocci della maggioranza, a partire dal Pd.
“E’ una crisi difficilmente comprensibile – spiega la deputata comasca dem Chiara Braga – Serve maggior responsabilità. Il Pd lavorerà per ricreare una maggioranza a sostegno del governo per occuparci dei problemi del Paese”. Infine aggiunge: “Non temiamo il voto ma crediamo che per la situazione delicata in cui l’Italia si trova – guerra e crisi economica – abbia senso lavorare per arrivare a fine legislatura”.
Chi invece vuole il ritorno alle urne è il partito di Giorgia Meloni. “E’ un anno e mezzo che litigano su tutto. I provvedimenti presi sono frutto di una mediazione al ribasso. Noi siamo sempre stati dell’idea di restituire il poter elettorale ai cittadini”. Questo il commento che arriva da Alessio Butti, deputato comasco di Fratelli d’Italia. “Abbiamo fatto una scelta molto chiara fin dall’inizio dicendo che non avremo mai governato con la sinistra e con il Movimento 5 Stelle”. Infine il monito nei confronti degli alleati di coalizione: “Dal centrodestra attendiamo un segnale di coerenza”.
Intanto mercoledì Draghi spiegherà al Parlamento le ragioni del passo indietro.