(ANSA) – TRIESTE, 12 LUG – "I modelli teorici elaborati dalla fisica sono l’unica cosa che ci permette di prevedere che faccia avrà il cambiamento climatico. Capire esattamente quale tipo di fenomeni estremi ci attende è fondamentale per escogitare politiche capaci di renderci resilienti al futuro. C’è dunque bisogno di uno sforzo globale sul tema: serve una struttura paragonabile al Cern focalizzata sul cambiamento climatico". L’ha detto Tim Palmer, fisico dell’università di Oxford esperto di cambiamento climatico, a Trieste in occasione del Simposio dello Iupap (Unione Internazionale di Fisica Pura e Applicata), sostenendo che gli attuali modelli di previsione sono inadeguati. "Alla Cop26 di Glasgow i leader politici globali hanno preso consapevolezza del fatto che le politiche di adattamento sono di pari importanza rispetto a quelle di mitigazione del cambiamento climatico – ha spiegato – Temo però che non si rendano conto del fatto che i nostri modelli di previsione al momento sono del tutto inadeguati": non fanno capire "se in una determinata regione ci sarà prevalenza di inondazioni o di siccità. Per avere questo livello di dettaglio abbiamo bisogno di una potenza di calcolo gigantesca: supercomputer ‘exascale’ da un miliardo di miliardi di calcoli al secondo, attualmente in sviluppo". L’auspicio di Palmer è che "si crei ora una struttura internazionale dotata di tali macchine, una sorta di Cern per il cambiamento climatico", le cui conseguenze più drammatiche saranno forse avvertite nelle regioni tropicali o subtropicali: "Potrebbero verificarsi ondate di calore che renderanno quei territori incompatibili con la vita umana. Questo porterà a migrazioni di miliardi di persone verso aree più fredde del pianeta, come il Nord America o l’Europa in assenza di politiche mirate per l’adattamento al cambiamento. Il problema è globale, così come lo deve essere la soluzione", ha concluso lo studioso. (ANSA).