(ANSA) – PERUGIA, 11 LUG – "Via il vincolo di esclusività per gli infermieri e le altre professioni sanitarie dipendenti delle strutture pubbliche": è la proposta che arriva da Luca Coletto, assessore alla Salute della Regione Umbria e responsabile del dipartimento Sanità della Lega. "Questo risolverebbe parte dei problemi che si presentano sul territorio e sarebbe importante anche per alleggerire la situazione in Umbria" aggiunge parlando con l’ANSA. "In Italia – ha ricordato Coletto – ci sono 930 mila famiglie con a carico un disabile o un malato cronico presso le loro abitazioni, mentre altre 250 mila hanno a casa bambini alle prese con problemi per i quali, dopo l’intervento del medico, è necessario vengano seguiti da un infermiere, ad esempio per flebo o per fare iniezioni. E’ quindi giusto dare a tutte le professioni sanitarie la possibilità di accedere alla libera professione anche perché attualmente nel Paese mancano circa 70 mila infermieri. Non serve sottolineare che l’assistenza domiciliare per chi ne ha diritto e per i casi previsti nei Lea, è comunque dovuta ed erogata a titolo gratuito". Coletto guarda anche al futuro, agli ospedali di comunità e alle case della salute che verranno realizzate anche grazie ai fondi del Pnrr. "Sarà necessario formare – ha proseguito – infermieri, tecnici radiologi e di laboratorio, riabilitatori e altre figure per farli funzionare al meglio, oltre a trovare le coperture finanziarie, da parte del Governo, per poterli assumere". "Oggi – ha spiegato ancora il responsabile sanità della Lega e assessore umbro – gli infermieri mancano anche nelle Rsa dove per questo si ricovera meno. Finisce quindi che i pazienti vengono inviati dai pronto soccorso ai reparti occupando posti letto per acuti che di fatto sono ricoveri inappropriati". (ANSA).