I carabinieri gli hanno fatto terra bruciata attorno. Hanno effettuato perquisizioni in tutti i luoghi in cui si sarebbe potuto nascondere, inclusa la Calabria, dove ha alcuni parenti. Hanno informato gli organi di confine, nel caso in cui avesse cercato di espatriare.
Una serie di pressioni che, probabilmente, hanno portato Antonio Manno alla resa: il 21enne si è costituito ieri sera al carcere milanese di Opera. Ha ammesso di aver sparato due colpi di fucile ad Andrea Giacalone.
L’aggressione per motivi passionali, nella centralissima via Corbetta, a Cantù, risale alla notte tra mercoledì e giovedì. Da allora Manno era ricercato. I carabinieri di Cantù e Como ora stanno facendo luce sul periodo di fuga del 21enne, per identificare eventuali persone che potrebbero aver aiutato l’uomo a nascondersi. Manno, spiegano le forze dell’ordine, ha confermato di aver anche considerato l’ipotesi di scappare in Calabria. Alla fine però ha deciso di costituirsi. E’ accusato di tentato omicidio e porto abusivo d’armi. Giacalone resta in condizioni gravissime. Il primo colpo di fucile l’ha raggiunto al corpo. Il secondo, esploso a bruciapelo, alla testa.