L’elisir d’amore ha debuttato ieri sera nell’Arena del Teatro Sociale aprendo il Festival Como Città della Musica. Una serata baciata dal bel tempo e dal clima perfetto e accolta da un pubblico caloroso.
Ad aprire la programmazione estiva del Teatro, come ormai da dieci anni, 200.Com Un progetto per la città, arrivato all’ottava edizione.
Ieri sera il ritorno dopo due anni di pausa a causa della pandemia dell’opera partecipata che vede protagonisti 170 coristi non professionisti. Hanno iniziato a lavorare dallo scorso ottobre per la prima serata di ieri. Presente anche il neoeletto sindaco Alessandro Rapinese invitato dalla sua ormai ex sfidante alla poltrona di primo cittadino, Barbara Minghetti.
Si replica domani e sabato.
Regia e scenografia
La regia dell’opera lirica di Gaetano Donizetti è stata affidata a Manuel Renga.
Lo spettacolo è ambientato nella fabbrica che produce ricambi per automobili, parti meccaniche, olio per motori. Scenografia e costumi come in una cartolina vintage dai toni seppia, movimenti stilizzati, azioni costruite sulla struttura musicale, luci espressioniste che generano ombre profonde, sono alcune delle caratteristiche dei film indimenticabili che si ritrovano citati nello spettacolo. I cantanti e i personaggi richiamano tante figure divertenti e malinconiche dei film muti di Charlie Chaplin, Buster Keaton e i fratelli Marx.
Il coro è uno dei veri protagonisti di quest’opera: operai e operaie, segretarie, dirigenti, addetti alle pulizie, che con gag fisiche e movimenti animano lo spazio dell’Arena, immaginando di essere nella fabbrica di Tempi Moderni.
A dirigere Orchestra 1813, coro e cantanti professionisti la Direttrice Azzurra Steri.
Il festival “Prediletti dalle stelle”
La quindicesima edizione del Festival è intitolata Prediletti dalle stelle, citazione tratta proprio da L’elisir d’amore, ma che vuole riferirsi alle stelle in maniera più ampia: dalla volta celeste al cielo notturno che faranno da cornice agli spettacoli, fino alle stelle del cinema.
Lo sostenibilità in scena
Il tema della sostenibilità si intreccia con la messa in scena in tanti modi. Gli stessi costumi del coro sono stati scelti tra abiti e vestiti degli stessi coristi che hanno cercato in vecchi armadi e nei bauli delle nonne, abbigliamenti appropriati in pieno stile Anni 30. Lo scopo è stato quello del riuso sostenibile, evitando così di creare da zero più di 200 costumi.