(ANSA) – LONDRA, 22 GIU – Il governo Tory di Boris Johnson tira dritto sul dossier migranti e sul controverso accordo sottoscritto con il Ruanda per il trasferimento nel Paese africano di parte dei clandestini sbarcati attraverso la Manica in attesa di risposta su richieste di asilo nel Regno Unito. Lo fa formalizzando oggi l’avvio in Parlamento dell’iter su un progetto di legge – annunciato fin dal dicembre scorso – di riforma degli obblighi derivanti dall’adesione del Paese alla Convenzione europea dei diritti umani: riforma che dovrebbe permettere di aggirare alcune decisioni della Corte Europea di Strasburgo dei Diritti dell’Uomo come quella che nei giorni scorsi ha costretto Londra a bloccare un primo volo di 7 migranti verso il Ruanda. Il progetto, illustrato dal ministro della Giustizia, Dominic Raab, è stato già contestato da attivisti e organizzazioni umanitarie come un vulnus sulla tutela dei diritti fondamentali delle persone, in seno alla legislazione britannica. Si tratta di un testo che non comporta la scelta draconiana di un’uscita del Regno dalla Convenzione; ma limita la possibilità di rivolgersi alla Corte europea con una serie di precondizioni e paletti. Inserendo in particolare una norma in base alla quale le istituzioni britanniche non saranno tenute a rispettare le ingiunzioni preventive emesse a scopo cautelare dai giudici di Strasburgo prima di un verdetto di merito – come nel caso del recente stop al volo verso il Ruanda – laddove in precedenza le sospensive in questione siano state rigettate dalle Corti di giustizia nazionali del Regno. Un’esclusione fondata sulla premessa che tali ingiunzioni non sono tecnicamente sentenze di diritto internazionale, e non hanno quindi lo stesso valore vincolante di una pronuncia definitiva. L’iniziativa arriva mentre il principe Carlo – molto critico in privato con il governo Johnson sul ‘piano Ruanda’, secondo i media – si trova proprio a Kigali in vista del vertice dei leader dei Paesi del Commonwealth in programma da venerdì: consesso di cui la corona britannica ha la presidenza d’onore, delegata ormai da qualche anno stabilmente dall’ultranovantenne regina Elisabetta all’erede al trono. (ANSA).