(ANSA) – GOMA, 15 GIU – "Trovandomi a Goma, avverto che la popolazione è preoccupata per l’eventuale precipitare della situazione, anche se tende a mascherare la paura". È la testimonianza del professor Francesco Barone, docente dell’Università dell’Aquila noto per le sue missioni umanitarie in Africa, che proprio in questi giorni si trova nuovamente in Congo e ha assistito oggi a una manifestazione anti-Ruanda nella città di Goma, est del Paese, che è sfociata in saccheggi. "Non sono mancati momenti di tensione", conferma Barone. "Si intensificano i combattimenti nel Nord Kivu, nella Repubblica Democratica del Congo – aggiunge – in particolare nei territori di Rutshure e Nyiragongo. Continuano gli scontri tra i ribelli M23 e i soldati congolesi. Durano da circa 25 anni i conflitti nell’est della Repubblica Democratica del Congo e hanno provocato la morte di migliaia e migliaia di persone. Come sempre – afferma – le cause sono da attribuire l’accaparramento delle risorse e delle materie prime. Quindi cause economiche". "Il governo di Kinshasa accusa il governo ruandese di aver collocato i suoi soldati nel territorio congolese", riferisce il professore. "L’escalation è maturata anche a seguito dell’arresto di due soldati ruandesi da parte dei soldati congolesi. L’episodio si è verificato nel maggio scorso e nel territorio del Nord Kivu. Intanto, sono diverse le manifestazioni organizzate nella città a difesa della pace e per opporsi con determinazione a qualsiasi conflitto armato, che provocherebbe altre migliaia di vittime. In queste giornate sono frequenti i rumori degli elicotteri Monusco (la missione dell’Onu per la stabilizzazione nella Repubblica Democratica del Congo) che sorvolano i territori in attività di ricognizione. Si ritiene che siano più di 70mila le persone che stanno cercando rifugio in Uganda", conclude. (ANSA).