“Il servizio deve essere garantito. Ci sono oltre 150 persone fragili che fanno terapia in acqua e per le quali un’interruzione delle attività avrebbe gravi conseguenze”. Francesca Cappello, associazione Diversamente Genitori, si è fatta portavoce della protesta organizzata oggi in via del Dos dopo l’annunciata interruzione delle attività del Colisseum dal prossimo 31 luglio.
Il braccio di ferro
La chiusura è il risultato di un braccio di ferro con il Comune di Como sulla concessione che si trascina da anni.
Palazzo Cernezzi ha pubblicato un bando di gestione, contro il quale la cooperativa ha presentato un esposto all’Anac, l’autorità anticorruzione. La procedura è al momento sospesa e intanto Colisseum ha annunciato che, dopo il 31 luglio non potrà continuare le attività.
La protesta delle associazioni
Le associazioni Diversamente Genitori, Down Verso, Thais, Sociolario, le famiglie del centro diurno disabili del Comune e le famiglie degli utenti del centro Colisseum hanno voluto sensibilizzare l’opinione pubblica con una manifestazione oggi fuori dalla struttura.
“La decisione è stata presa senza tenere in considerazione le esigenze degli utenti più fragili e le conseguenze che subirebbero in caso di interruzione delle terapie in acqua – dice Francesca Cappello – Chiediamo garanzie di continuità. Non vogliamo entrare nel merito della concessione o della gara, chiediamo solo che siano tutelati gli utenti. A Como non esistono soluzioni alternative per ricollocare le persone che frequentano le attività in via del Dos”.