La condanna scende a 7 anni e 4 mesi, contro i 12 anni del primo grado di giudizio
Non avrebbe agito per «vendetta», perché questa si accompagna «alla volontà di riaffermare il proprio prestigio personale in una logica di sopraffazione… che non è apprezzabile nel caso di specie». Una valutazione – fatta mesi fa dalla Cassazione – che alla fine è risultata decisiva per il nuovo sconto di pena a favore di Emanuele Perino, 25enne di Cabiate, a processo per il tentato omicidio di Vincenzo Di Maso, raggiunto da due colpi di pistola semiautomatica calibro 7.65 sulla soglia di casa a Perticato di Mariano Comense.
La vittima, che ha riportato nell’agguato lesioni permanenti e gravi, è il padre della ragazza che aveva denunciato il 25enne per le presunte molestie e da cui Perino, nella sera del 10 gennaio 2009, si era recato – sostiene la difesa – per parlare di quei turbolenti precedenti. In primo grado a Como, l’imputato era stato condannato a 12 anni, che in Appello erano scesi a 10 in aggiunta con l’incompatibilità con il carcere. Di fronte ai giudici della Cassazione, poi, il colpo di scena: la sentenza venne annullata e il fascicolo rimandato a Milano in quanto per la Suprema Corte non era stata motivata la decisione sull’aggravante dei futili e abbietti motivi per cui il giovane compì quel gesto. Gli stessi elementi che hanno portato il tribunale d’Appello in queste ore a scendere di nuovo da 10 anni a 7 anni e quattro mesi.